Se la mafia fosse quella che, su un teatro di mimi, interpretano i Soprano, sarebbe facile accettarla come un contropotere severo ma indulgente: una mafia dal volto umano che amministri giustizia secondo un codice giusnaturalistico non è più il cancro della società ma la sua interfaccia.
mercoledì 19 dicembre 2007
sabato 8 dicembre 2007
Le montagne di Bocca portano dai partigiani
Ci sono regioni grandi quanto il Molise sconosciute alla geografia e note soltanto alla storia. L’Harpitania per esempio. E l’Occitania. Cambia anche la lingua. E cambiano anche gli uomini. Si tratta di grandi vallate cinte da monti dominati dalle colonne del Bianco e del Monviso, nelle quali la storia ha lasciato tracce profonde e determinato differenze etnologiche.
venerdì 30 novembre 2007
Com'è piccolo l'Impero romano di Manfredi
Il cittadino romano doveva ritenere che l’impero di cui era parte fosse la parte più grande del mondo se non il mondo intero. Un inganno o una presunzione.
giovedì 11 ottobre 2007
La civiltà del borgo rurale in Sicilia
«All’orizzonte del lavoratore dei campi si staglia sempre un paese» diceva dei contadini umbri Henri Desplanques nel ‘69. Ed essendo l’orizzonte più profondo, si potrebbe dirlo ben meglio di quelli siciliani. Ma non di tutti. La civiltà del feudo ha tagliato la Sicilia in due e il latifondo si è fermato di fronte ai giardini terrazzati, ai territori degli enfiteuti, ai piccoli appezzamenti delle province orientali.
mercoledì 12 settembre 2007
Bocca: la fine di Napoli è anche la fine dell'Italia
Giorgio Bocca rinfocola la sua polemica antimeridionalista con un libro, Napoli siamo noi (Mondadori, pp. 132, euro 14), che svolge una inesorabile inchiesta sul capoluogo partenopeo dopo i servizi usciti su "L’Espresso", che hanno spinto alcuni scrittori a contestarlo. Stilos ha intervistato Bocca partendo proprio da questo scontro.
martedì 4 settembre 2007
Quarto Stato? Quella marcia è contro la polizia
Secondo la gran parte degli studiosi di arte, alla base della decisione di togliersi la vita c’è in Pellizza da Volpedo la consapevolezza di non essere riuscito a fare con Il quarto Stato un monumento del proprio privato da trasferire sul piano pubblico – meglio: politico e forse ancor meglio: ideologico –, impossibilità di cui il pittore trentanovenne si rende conto di fronte alla morte della moglie e del primo maschio appena nato: quasi che il quadro fosse stato concepito per affermare una sineddoche (la trasposizione di una parte, la famiglia, nel tutto, la società) quando invece a realizzarsi è un ossimoro nell’antitesi appunto di famiglia e società.
mercoledì 8 agosto 2007
Il Gesù di Ratzinger, teologo prima che pontefice
Contro l’invalente ondata nichilistica (da Onfray a Odifreddi), che riprende un gurgite nicciano mai sopito; contro il fomite relativistico e la deriva buddista e islamica verso cui la coscienza occidentale viene sempre più risospinta; contro anche le tentazioni apostasiche e le tangenze protestanti, come pure contro l’insorgenza di una nuova
ufficiosa esegesi (vedi per ultimi Socci e Augias), la fede cristiana muove con la sua unità di guerra più potente: il papa.
mercoledì 25 luglio 2007
Bruno Caruso: il grottesco del mio mondo
Bruno Caruso è pessimista circa le prospettive della cultura, che ritiene preda delle lusinghe e delle spire della politica. E ha maturato un’idea di pittura che recupera la sua originaria vocazione, di levità e delicatezza. Ha illustrato per il Poligrafico I Malavoglia e giudica questa la sua ultima terra promessa. Eppure era partito da ben diversi lidi.
venerdì 5 gennaio 2007
Al Bano: la musica mi ha salvato dalla mia tragedia
È la mia vita (Mondadori) è il libro autobiografico in cui Al Bano si confida partendo dagli inizi, dai grandi sacrifici, per arrivare ad oggi, alle ultime pene, le tragedie e le speranze. Una vita quella in cui le parti che riguardano Romina e Loredana sono licenziate con espressa reticenza.
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