mercoledì 9 agosto 2017

Gli zii di Sicilia / Susan Sarandon, una ragusana nel mondo


Articolo pubblicato il 6 agosto 2017 su la Repubblica-Palermo

Contraria a fare anche solo un accenno al padre irlandese che abbandonò la madre e nove figli, Susan Sarandon continua invece a mostrare ogni predilezione per la dinastia materna, originaria di Ragusa.
L’anno scorso, dieci anni dopo la prima visita, ha voluto fotografare la casa semidiroccata e abbandonata da mezzo secolo di nonno “Giuseppi” e postare con orgoglio la foto su Twitter, seppur scrivendo per sbaglio il nome del cugino Giovanni, che è stato l’artefice del ritrovamento delle sue radici e col quale si tiene in continuo contatto. Da veri cugini, sia pure del quinto grado. 
Il post su twitter
Nel 2006, insignita del premio “Ragusani nel mondo” e ricevendo la cittadinanza onoraria, Susan vide per la prima volta la fatiscente casetta di Via Odierna, nel centro storico, e si commosse. «Una gran signora, una gran classe e una grande umiltà» ricorda Sebastiano D’Angelo, patron del premio. La casa era diventata dimora dei piccioni che l’avevano cosparsa di guano. L’attrice volle entrarci ugualmente e visitarla, lasciando poi un assegno al cugino perché la facesse ripulire. Da quella casetta nel 1916 era partito per New York il nonno quindicenne Giuseppe Criscione, che sarebbe stato registrato come “Giuseppi” e avrebbe sposato Anita Rigali, nativa della Garfagnana, bellissima e misteriosamente scomparsa, già ballerina al Capocabana di New York e reduce da una love story con un giovanissimo Frank Sinatra di cui aveva pure agevolato i primi passi nel mondo dello spettacolo. 
Dalla loro unione sarebbe nata Lenora Marie, la madre di Susan oggi novantaquattrenne e cittadina della Virginia, per decenni decisa a risalire ai suoi avi provenienti da Ragusa, la città sempre nominata dal padre. Così nel 1998, con la figlia Meredith in vacanza a Taormina, pensò di vederla e arrivò in autobus solo per un veloce giro a piedi, ricordando una cattedrale e un lunga strada piena di gente. Non seppe però di essere passata a meno di 400 metri dalla vecchia casa paterna e rimase colpita da un avviso mortuario che credette un manifesto sul quale dominava il suo cognome. Che è tipicamente ragusano. Su oltre 630 famiglie che lo portano in Italia, oltre la metà di esse sono infatti ragusane.
La madre Lenora nel 2006 a Ragusa
Ma né Lenora né la figlia Susan, anche lei impegnata a scoprire i suoi natali, tanto da entrare in possesso del certificato di nascita della nonna Anita, sarebbero mai riuscite nell’intento senza l’intervento di Giovanni Criscione che oggi ha 43 anni, una moglie dello Utah, un ingaggio a Dubai nell’organizzazione di Expo 2020 e la prova che il sentiero dei destini incrociati esiste davvero. 
Lo intraprende la sera del 15 maggio 2003 quando un amico d’infanzia, sentendo Susan Sarandon dire in televisione a Pippo Baudo che anche lei è di origini siciliane e che sua madre si chiama Criscione, gli telefona mentre è a Roma preso a preparare le valigie per volare l’indomani a New York e iniziare a lavorare alla Rappresentanza italiana dell’Onu.
Giovanni pensa a una curiosa coincidenza, sennonché non fa che immaginare una possibile parentela con la celebre attrice. Tuttavia esclude l’idea di un contatto nel presupposto che, come tanti divi del cinema, anche la Sarandon viva a Los Angeles. Poi su internet trova che abita invece nella Grande Mela, dove ora si trova pure lui. Si sente quindi incoraggiato appunto dal destino. Del resto, sin da bambino si è appassionato alla ricerca genealogica e da poco ha completato l’albero di famiglia risalendo fino al Cinquecento. Uno smacco non avere però approfondito le ricerche su nonno Giuseppe Vincenzo. «Sapevo - dice - che la famiglia Criscione aveva avuto nei secoli tante ramificazioni e che essenzialmente si trattava di un unico ceppo. Ero sicuro quindi che Susan provenisse da uno di nostri rami. Dovevo solo scoprire quale e farglielo sapere, di persona».
Susan Sarandon e il cugino Giovanni Criscione
Tre mesi dopo, pensando a come trovare la cugina, Giovanni partecipa a una mostra di pittura e si trova a parlare con uno dei dieci italiani più famosi in America, Egizio Panetti, che lo intrattiene sulle molteplici frequentazioni vantate nella jet society. Giovanni gli chiede se ha conosciuto anche Susan Sarandon e ottiene una risposta che gli apre finalmente la strada: «Come no! Mi invitò a una cena di beneficenza che organizzò in un ristorante scelto perché era sotto casa sua». Avuto l’indirizzo del locale, Giovanni suona ai citofoni dicendo a tutti che è il cugino della Sarandon finché si sente dire che lei non c’è e che può lasciare un messaggio. Il giorno dopo riceve la telefonata di Mark, l’assistente personale, che gli fissa un appuntamento con l’attrice per l’indomani mattina alle otto al Mercer Cafè per un veloce breakfast.
L’attrice si alza e abbraccia lo sconosciuto che di familiare ha solo il cognome della madre. Che siano cugini è ancora da dimostrare. Decidono perciò di mettersi al lavoro per ricostruire i reali legami di parentela. Passa un giorno e Giovanni riceve la telefonata di una emozionatissima Lenora che finalmente può prendere contatto con un Criscione che forse le è parente. Giovanni telefona ai genitori incaricandoli di cercare tra i documenti della genealogia conservati a casa. Spunta una pista, costituita da lontani trisavoli, Giambattista e Michele Criscione. Non stabilisce certo una parentela stretta, ma Giovanni è convinto che deve esistere un legame più solido. Rientrato a Ragusa, trova una nuova pista e invita Lenora a tornare per cercare insieme.
Nel 2005, con la figlia Missy, la madre di Susan è nuovamente a Ragusa sulle tracce di una sorella del padre Giuseppe che si chiamava Gaudenzia e aveva avuto una figlia di nome Nella. È estate e dalla casa di residenza della famiglia vengono indirizzati in una località balneare dove chiedono della signora Nella, finché suonando a una villetta vedono avvicinarsi un ragazzo con i capelli del colore di Missy e Susan. Capiscono che ce l’hanno fatta. Nella, ottantenne, quasi coetanea di Leonora, cugina di primo grado, è seduta in un angolo e Lenora l’abbraccia con slancio sconcertandola. Spiegazioni in un misto di dialetto, italiano e inglese, quindi lacrime e ricordi, poi la scena madre: Nella fa prendere delle vecchie foto spedite da Giuseppe a Gaudenzia e Lenora non solo riconosce se stessa ma in una bambina imbronciata individua anche Susan. La quale, informata dal cugino del successo della missione, accoglie l’anno dopo con gioia la sua richiesta di un viaggio a Ragusa. Arriva ad agosto con i fratelli Terry e Philip, il figlio Miles e con la madre che già in aprile è tornata per la terza volta in occasione del matrimonio di Giovanni. Al cimitero Susan si commuove davanti alle tombe dei bisnonni Angelo Criscione e Salvatrice Licitra e rompe in pianto entrando nella casa del nonno “Giuseppi” come per cercare i propri semi.
I nonni ragusani di parte materna
Tornata nel 2016 per il Film festival di Taormina, va prima a Modica dove fa incetta di cioccolata e qualche giorno dopo a Ragusa dove infila una gelateria di Ibla e si concede una scorpacciata di gusti, insistendo su quello all’olio d’oliva. Indossa un cappello a falde larghe e occhiali scuri perché conta di passare inosservata, ma viene inesorabilmente riconosciuta e festeggiata. Del resto è una concittadina e per tenerla nell’anonimato nulla può fare il solerte cugino Giovanni. Per lui Susan Sarandon è più di un angelo augurale: «Destino o coincidenze, il fatto è che stavo per partire per New York quando seppi della sua origine siciliana; nel dicembre 2006 ero a pranzo con lei quando mi telefonarono per offrirmi un posto all’Expo di Milano e sono stato con lei a Ibla il 12 giugno dell’anno scorso quando ho avuto l’offerta di Dubai».