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domenica 29 ottobre 2023

La guerra privata di Bufalino combattuta in ospedale


Nel cinquantenario della Liberazione, il 22 aprile 1995 pubblicai su La Sicilia un’intervista a Gesualdo Bufalino che ricordò quei giorni vissuti in sanatorio legati al 25 Aprile. Scelsi di stendere il testo eliminando le domande e facendo dell’intervista una sorta di monologo.

domenica 15 ottobre 2023

11 Settembre, Camilleri: doveva essere un'azione di polizia


Il 7 Ottobre come l’11 Settembre. La guerra israelo-palestinese, vista come reazione istituzionale contro l’offensiva terroristica scatenata da Hamas, ricorda la risposta degli Usa all’attentato di Al Qaeda a New York. Il 9 novembre 2001 intervistai su “La Sicilia” Andrea Camilleri, che vale l’occasione di rileggere per le tante, impressionanti, analogie che legano i due fatti.

sabato 13 maggio 2023

I cento volti di Medea, che Seneca trasformò in mostro

 

Valentina Banci è Medea (Siracusa 2015)

Medea di Euripide, in scena al Teatro greco di Siracusa, è stata rappresentata nel 2015 nella versione di Seneca, traduzione di Giusto Picone, docente universitario a Palermo. Questa l'intervista rilasciata a suo tempo a me e postata sul sito della Fondazione Inda.

martedì 6 settembre 2022

Martelli su Falcone: perseguitato e ucciso dal suo mondo

 


Il famoso “terzo livello”, che nell’opinione comune riconduce alla politica la responsabilità delle stragi di mafia, per Falcone non era il Gotha istituzionale ma quello nel quale Cosa nostra iscriveva i politici pericolosi, da eliminare. Nel suo nuovo libro, Vita e persecuzione di Giovanni Falcone (La Nave di Teseo), Claudio Martelli (figura tra le più rappresentative della Prima repubblica) rovescia la vulgata e, distogliendo l’indice accusatore dal mondo politico, addita i magistrati, quelli che perseguitarono il giudice ucciso trent’tanni fa.

giovedì 6 marzo 2014

La morte di Sgalambro, il filosofo dell'annichilimento


Manlio Sgalambro è morto oggi, nella sua casa di Catania, all'età di 90 anni non ancora compiuti. Il suo ultimo libro, uscito da Bompiani a dicembre, si intitola Variazioni e capricci morali, un trattato che lo stesso filosofo dice di aver scritto per riflettere sull'infelicità. Il nichilismo, l'annichilimento, la perenzione e la morte sono stati i suoi temi più frequentati. Quella che segue è un'intervista che ne raccoglie tre rilasciate dal pensatore in occasioni diverse al sottoscritto.

sabato 2 giugno 2012

Battiato: sono un sedentario costretto al nomadismo


Di svolte e di scelte è scandita la vita di Franco Battiato. Di nuove intraprese e di sorprese. L’ultima, quella di portare ologrammi sulla scena, simulacri di realtà, lèmuri del vero. In Fisiognomica di un cantore, appena uscito da Aerostella, Riccardo Storti ricorda per esempio «la scelta coraggiosa nata dalla confluenza di due esistenze creative cresciute in mondi apparentemente diversi».

mercoledì 19 gennaio 2011

Il libro che ha fatto tremare la Chiesa

Lo studioso francese Georges Minois

Non c’è libro al mondo che abbia fatto parlare di più pur non essendo forse mai esistito. E non c’è libro al mondo che la Chiesa cattolica di tutti i secoli non abbia cercato con ogni mezzo di cancellare dalla Terra e dalla memoria degli uomini. Non solo la Chiesa cattolica, ma anche quella ebraica e, con minore accanimento, la confessione islamica. E’ il famigerato, maledetto, mostruoso De tribus impostoribus, conosciuto come il Trattato dei tre impostori. Che sarebbero Cristo, Mosè e Maometto.

giovedì 2 dicembre 2010

Romano: l'Unità fu fatta anche dal Sud



La storia, si sa, la scrive sempre il vincitore. E avendo il Regno di Piemonte travolto quello di Napoli, il sospetto è che la storia dell’unità d’Italia così come la conosciamo manchi delle pagine scritte dai vinti, sicché quella ufficiale sarebbe una versione e non la verità dei fatti. Negli ultimi anni si è però fatta avanti una corrente revisionistica che, prendendo sempre più coraggio, sta facendo opera di integrazione e sfidando il canone storico. 

sabato 8 dicembre 2007

Le montagne di Bocca portano dai partigiani


Ci sono regioni grandi quanto il Molise sconosciute alla geografia e note soltanto alla storia. L’Harpitania per esempio. E l’Occitania. Cambia anche la lingua. E cambiano anche gli uomini. Si tratta di grandi vallate cinte da monti dominati dalle colonne del Bianco e del Monviso, nelle quali la storia ha lasciato tracce profonde e determinato differenze etnologiche.

venerdì 30 novembre 2007

Com'è piccolo l'Impero romano di Manfredi


Il cittadino romano doveva ritenere che l’impero di cui era parte fosse la parte più grande del mondo se non il mondo intero. Un inganno o una presunzione.

mercoledì 12 settembre 2007

Bocca: la fine di Napoli è anche la fine dell'Italia


Giorgio Bocca rinfocola la sua polemica antimeridionalista con un libro, Napoli siamo noi (Mondadori, pp. 132, euro 14), che svolge una inesorabile inchiesta sul capoluogo partenopeo dopo i servizi usciti su "L’Espresso", che hanno spinto alcuni scrittori a contestarlo. Stilos ha intervistato Bocca partendo proprio da questo scontro.

mercoledì 25 luglio 2007

Bruno Caruso: il grottesco del mio mondo


Bruno Caruso è pessimista circa le prospettive della cultura, che ritiene preda delle lusinghe e delle spire della politica. E ha maturato un’idea di pittura che recupera la sua originaria vocazione, di levità e delicatezza. Ha illustrato per il Poligrafico I Malavoglia e giudica questa la sua ultima terra promessa. Eppure era partito da ben diversi lidi.

venerdì 5 gennaio 2007

Al Bano: la musica mi ha salvato dalla mia tragedia

 


È la mia vita (Mondadori) è il libro autobiografico in cui Al Bano si confida partendo dagli inizi, dai grandi sacrifici, per arrivare ad oggi, alle ultime pene, le tragedie e le speranze. Una vita quella in cui le parti che riguardano Romina e Loredana sono licenziate con espressa reticenza.

martedì 28 novembre 2006

Il manicomio è un supermercato. Parola di Celestini


Il mondo dal quale si osserva un manicomio non è lo stesso che a sua volta è osservato dal manicomio. Se quella che è la vita tende sempre a convertirsi in una forma e l’áperion, il principio infinito, diventa péras, finitezza, e se il Nicola che muore nel manicomio ha l’impressione - proprio il giorno della morte - che ad uscire dall’istituto non sia lui ma il manicomio stesso, è allora il suo mondo a doversi fissare in una cristallizzazione finita, perché solo da morto, dopo essere vissuto perinde ac cadaver, Nicola può lasciare la vita per assumere una forma.

giovedì 16 novembre 2006

L''incremento demografico e i suoi demoni


Il canone invariato di Andrea De Carlo giostra sempre tra due modelli umani di condotta: uno che spinge alla fuga, l’altro che induce all’isolamento entro una costante alternanza di movimento e stasi, azione e contemplazione, folla e romitaggio, città e campagna. Nelle mille variazioni di questo tema unico, che fissa dell’uomo contemporaneo la sua condizione, l’autore che ama moltiplicarsi nei suoi personaggi, parlando di altri per parlare alla fine sempre di sé, non recede mai dal suo imperativo: il rifiuto del mondo presente.

giovedì 19 ottobre 2006

Luigi Meneghello: il mio costrutto autobiografico



Pochi autori come Meneghello hanno saputo integrare il microcosmo di un’umanità colloidata in un paesino entro una cosmogonia che assurge a modello universale: un risultato che può essere venuto all’autore vicentino dalla sua doppia natura di italiano ed europeo, diviso tra Malo e Londra, ma che è viemmeglio frutto della sua vocazione a rendere lo stile letterario strumento di interpretazione della realtà.

mercoledì 27 settembre 2006

Vincenzo Consolo: le mie passioni e i tormenti


I libri di Consolo sono sempre nati da uno spunto di realtà e da un punto di vista. Poi prendono una via che può arrivare fino ad Ariosto. Nella sua officina letteraria convivono personaggi reali e diversissimi. E’ il caso di Pirajno di Mandralisca, concentrato sui realia, e di Fabrizio Clerici, attento ai surrealia. Come convivono nella officina di Consolo queste due figure che peraltro sono storiche? Fanno a pugni?

venerdì 23 giugno 2006

Giuseppe Bonaviri: la Sicilia? Asprura e dolciura


Bonaviri, le capita di sognare la Sicilia?
Certi vaghi ricordi nei sogni mi spuntano spesso. Ma - è strano – mi appaiono perlopiù strade piene di paglia, di terriccio, e zone di paese in cui vivono solo degli idioti, cattivi e malvagi: capisco nel sogno che sono in quelle strade e sono assalito dall’angoscia, dunque fuggo via. Non ho sogni di una Sicilia solare, di gioia e di aria aperta, né sogno una Sicilia nel senso di una linearietà onirica legata al passare degli anni, questo no: sono le piccole cose che restano, come fondi di caffè. Presumo che durante la mia infanzia mi si siano connaturati elementi di paura. Guardi la mia foto a due mesi: ho i pugni chiusi sui fianchi in una posizione di difesa.

giovedì 15 giugno 2006

Il dominio della tecnica secondo Severino


Nascere è l’ultimo libro di Severino, un titolo che sembra rinfocolare la polemica che lo vide protagonista al tempo della legge sulla fecondazione. Una provocazione? Spiega Emanuele Severino: «La riflessione sul senso del nascere è emersa come conseguenza di un discorso teoreticamente più impegnativo che avevo fatto nel mio libro uscito da Adelphi, Fondamento della contraddizione. Da lì vengono una serie di effetti - fra cui la contraddittorietà del concetto di potenza - che hanno attinenza appunto con il nascere».

martedì 24 gennaio 2006

Saramago: io contro la morte della morte


La madre di tutte le guerre è quella che i Giganti ingaggiano con gli dèi dell’Olimpo per strappare loro il dono dell’immortalità. Una guerra che nessuna civiltà cristiana ha mai ipotizzato perché il castigo che Dio commina ad Adamo ed Eva, rendendoli mortali, ne è il baluardo: senza la morte Dio non potrebbe infatti farsi uomo né quindi morire né soprattutto potrebbe resuscitare.