Diversamente che in Vizio di forma, il film trasposto nel 2014 dall’omonimo romanzo di Thomas Pynchon del 2009, in Una battaglia dopo l’altra Paul Thomas Anderson ha voluto sin dal titolo tradire apertamente lo scrittore newyorkese. E mentre lì la sceneggiatura si era mantenuta pressoché fedele al testo (con la riproposizione anche del parlato e l’affidamento del narrato a una voce fuori campo: una Sortilège secondaria in Pynchon e primaria in Anderson), qui si costituisce invece, per mano di Anderson, in antinomia: una contraddizione entro lo stesso sistema postmoderno al quale appartengono sia Pynchon che Anderson, il primo da maestro e il secondo come discepolo.