martedì 5 marzo 2019

L'antica Comiso che non si trova è sotto l'aeroporto?




Quando tra il 2012 e il 2013, a trecento metri dall’aeroporto di Comiso, fu scoperta una necropoli greca con otto tombe sparse in una vasta area già esplorata da Biagio Pace e sottoposta a vincolo indiretto, gli archeologi si chiesero dove fosse l’abitato, nel presupposto che se c’è un cimitero ci deve essere una città. Se lo chiedono ancora.
Le ricerche in questi anni non hanno infatti portato al risultato sperato, per modo che si è fatta sempre più insistente l’ipotesi che l’agglomerato urbano possa trovarsi dove nessuno può più cercarlo e cioè proprio sotto l’aeroporto. L’ipotesi è incoraggiata dal fatto che le tombe portate alla luce sono delimitate da un canale chiamato Cifali che oggi interessa lo scalo aereo e nell’antichità fu un corso d’acqua, dove gli insediamenti urbani erano notoriamente più probabili. 
La necropoli dall'alto
Saverio Scerra della Sovrintendenza di Ragusa non pensa a una città ma a una piccola fattoria isolata di agricoltori che, vista l’integrità delle tombe, vissero senza traumi gli anni infuocati della fine del sesto e gli inizi del quinto secolo avanti Cristo, nella mesogheia di Kamarina per due volte rasa al suolo. Immaginando una ristretta comunità, si fa maggiormente strada la supposizione che al momento di costruire il vecchio aeroporto Magliocco le preesistenze archeologiche siano state distrutte. «Se è così non lo sapremo mai, ma non possiamo escluderlo – dice Scerra. – Io sono però del parere che bisogna cercare più a ovest, comunque non molto lontano dalla necropoli». Dove però non si sa.
Peraltro la base aerea di epoca fascista fu durante l’ultima guerra pesantemente bombardata e tonnellate di ordigni lanciati sull’intera area possono avere desolato il sottosuolo fino a tre, quattro metri di profondità, distruggendo così altre tombe, cosa che può essere anche accaduta con la realizzazione delle serre che oggi costellano tutto il perimetro e successivamente con i lavori di trasformazione in Base Nato prima e di edificazione dell’Aeroporto degli Iblei dopo. Questo teorema lascia perciò aperto l’interrogativo se da cercare sia un abitato più grande di quanto le tombe ritrovate facciano supporre. 
Vasi rinvenuti
La scoperta della necropoli si è avuta a seguito del progetto di una rotatoria al servizio dell’aeroporto per realizzare la quale è stato necessario per legge un preventivo saggio archeologico. Ma dal 2013 sia il progetto che gli scavi si sono fermati. Gli archeologi pensano che possano esserci altre tombe assieme a quelle scoperte e aspettano che l’ex Provincia riprenda in mano il programma. La necropoli non diventerà comunque mai un sito turistico, perché il terreno è costituito da argilla, trattandosi di una zona sorta su un banco pleistocenico dove un tempo c’era il mare. Per due anni i reperti ritrovati sono stati esposti in una vetrina del terminale degli arrivi dell’aeroporto ma poi sono stati rimossi. La necropoli verrà dunque ricoperta, ma le tombe, che saranno ricostruite, e tutti i reperti saranno, secondo una proposta della Sovrintendenza, musealizzati proprio dentro lo scalo, cosicché si creerebbe la suggestiva circostanza di un cimitero che risorge sulle ceneri della propria città morta.