domenica 14 dicembre 2014

Quando Saviano vede la mafia ovunque


Secondo Roberto Saviano "Mafia capitale" è vera mafia, anche se nuova, cioè non riconducibile a quella storica e territoriale del tipo di Cosa nostra e Camorra. E secondo lui si distingue dall'associazione a delinquere semplice perché ha "più sponde in politica", requisito che nemmeno l'art.416 bis contempla.
Che la mafia abbia sempre avuto sponde politiche non è in discussione, ancorché l'intermediazione parassitaria (come Sciascia intendeva la mafia) tra cittadino e Stato nasce come ultimo stadio dopo quella tra campagna e città e tra produttore e consumatore. Ma è questo il connotato che fa di una banda una cosca? Saviano non è mai stato uno spirito sereno e ama vedere la mafia dappertutto, anche dove non c'è. La sua stessa condizione di "intellettuale" e soprattutto di scrittore-sceneggiatore-presentatore- autore è direttamente proporzionale all'espansione del fenomeno mafioso: più mafia c'è e più essa è estesa e più lui ha ragione di esistere e motivo di operare.
Ma qui, nel caso della cosiddetta "Mafia capitale", la mafia non c'entra oppure è una cosa nuova, con elementi costitutivi propri e originali. Perché si possa parlare di mafia come storicamente è intesa, occorre innanzitutto che sia una organizzazione nella quale si entri dopo un rito di affiliazione e con un ruolo preciso in una determinata scala gerarchica. Occorre poi che l'organizzazione operi in un determinato territorio ben delimitato, ancorché possa intrattenere affari e filiali in tutto il mondo: altrimenti bisognerebbe che Saviano spiegasse perché mai tutti i boss di Cosa nostra, 'ndrangheta, camorra e sacra corona finiti in manette si nascondevano anche per decenni nel loro territorio di influenza. Il territorio è imprescindibile alla mafia come lo è allo Stato: senza di esso viene meno la natura stessa di mafia. E questo perché il potere esercitato possa sentirsi legittimato. Territorio vuol dire popolazione - o popolo secondo la Costituzione - integrando in essa il completamento del dominio da parte non solo di una mafia ma anche di una banda o addirittura di un branco. Una mafia che agisca in un ambito indistinto, addirittura nazionale, non è una mafia ma un controstato probabilmente insurrezionale, del tipo delle organizzazioni eversive e sovversive operanti anche in Italia fino agli anni Ottanta. 
In questa chiave una mafia si distingue da una banda come quella guidata da Carminati perché la sua influenza non è esercitata solo nei confronti delle proprie vittime e interlocutori, in un ambito chiuso sia pure vastissimo e popolatissimo, ma nei confronti di tutti, erga omnes. Il potere del mafioso è anche quello di amministrare giustizia, operare in funzione di mediazione, dirigere la condotta collettiva al di là di un rapporto diretto col cittadino. E' per questo che Hess diceva che i siciliani non sanno cos'è la mafia, non ne hanno né contezza né considerazione, ma conoscono singoli mafiosi ai quali rivolgersi e dai quali aspettarsi un atto di indirizzo, che sia un voto da dare, un obolo o la cessione di un credito o di una licenza.
Tutto questo manca nell'azione della banda Carminati, tant'è che nessuno, neppure Saviano, ne ha mai avuto conoscenza: proprio perché operava dentro un circolo chiuso di malaffare che escludeva i cittadini. Il solo giornalista che si è occupato di Carminati prima dell'inchiesta "Mafia capitale" è stato Lirio Abbate dell'Espresso, ma nemmeno lui ha parlato di mafia quanto di potere peraltro di derivazione politica. Carminati era per Abbate "il re di Roma" e non "il boss di Roma". Per Saviano invece, ma lo dice solo ora, è un vero capomafia, paragonabile quindi ai Cutolo e ai Riina, magari solo perché trattava affari anche con le mafie, il che è sempre stato nel core business di qualsiasi cosca. Ma finché non risulta che Carminati fosse affiliato a una delle quattro mafie italiane, tutte ispirate dagli stessi... statuti, non si può parlare di mafioso se non intendendo impropriamente una figura nuova: di chi non è mafioso ma nemmeno bandito. Studi lui il fenomeno e ci dia una definizione. Ne potrebbe nascere un altro libro, perché no?