lunedì 10 agosto 2015

Perché è vuota la tomba dei Laudien-Politi?

Il sepolcro dei Laudien-Politi a Siracusa
Soltanto ora, dopo oltre un secolo, è emersa una verità che per primo ha sorpreso il direttore del cimitero di Siracusa, Ettore Manni, al quale i colleghi di Anagrafe, Servizi cimiteriali, Statistica e Stato civile, dopo febbrili ricerche, hanno dato per certo che Salvatore Politi e la moglie Maria Teresa Laudien non sono sepolti a Siracusa.
O perlomeno non risultano registrati. Com’è possibile se la nobildonna austriaca fondatrice del Grand hotel Villa Politi e il marito siracusano di cui l’albergo porta il nome giacciono ancora oggi in un sepolcro a terra della zona monumentale del camposanto? In realtà si vede solo la tomba, sulla quale sono incise tre parole, “Coniugi Politi-Laudien”, senza un epitaffio e soprattutto senza date di nascita e di morte. Sarebbe dovuto bastare già questo elemento per destare sospetti, ma nessuno si è mai fatto domande. Né c’è stato chi ha voluto controllare se i corpi fossero davvero inumati.
La tomba è sormontata da un’alta e filiforme stele in figura di donna con lo sguardo rivolto al cielo, a seno scoperto e piedi nudi, avvolta dal bacino in giù in un peplo, con un braccio lungo il fianco e l’altro al petto ad esprimere, nell’ispirazione dello sguardo, un momento di estasi. In sostanza fu deliberatamente costruito un sepolcro vero e proprio, a vedere il quale nessuno penserebbe che sia vuoto. Ed è proprio questo che forse si volle.
L’incuria della tomba, il cui marmo appare divelto in più punti e lo stato fa supporre un abbandono di moltissimi anni, ha indotto Manni a credere che gli eredi della coppia, tutti scomparsi, sapessero che la tomba fosse vuota. In una sua relazione il direttore del cimitero ipotizzava quindi che “le salme all’atto del decesso siano state trasferite in altro cimitero” e che il Comune, assegnando l’area, “abbia voluto ricordare i coniugi” erigendo una sorta di monumento alla memoria, ben sapendo tuttavia di commettere un falso volendo che si pensasse a una tomba e quindi alla presenza dei due corpi. 
Di più, il Comune ha intestato a Maria Politi Laudien, associandone il nome a quello del marito, la via dove sorge il suo albergo, rendendole così ulteriore omaggio: dopo però averne perso le tracce nei propri registri. 
Manni ha sfogliato, alla ricerca dei loro nomi, i registri di morte a partire dal 1885 (l’anno dal quale comincia la registrazione dei defunti) fino al 1930 arrivando alla conclusione che “nessuna salma risulta trascritta con i nomi di Politi Salvatore e di Laudien Maria Teresa nel periodo presunto della morte”. Che i documenti comunali siano andati smarriti?
Secondo Manni, a suo tempo, cioè agli inizi del Novecento, il Comune non perse alcuna carta perché è del tutto da escludere, visti i pochi adempimenti da compiere allora, una mancata registrazione. Questo allora significa che la tomba è davvero vuota. A disporne la scopertura potrebbe essere la magistratura se fosse dato credito alla voce secondo cui Politi fu ucciso da un marito geloso. Ma si tratta solo di una voce perché il delitto non è documentato in alcun modo. Un solo dettaglio, non di poco conto, darebbe spazio alla teoria del delitto: lo sguardo languido della statua della Laurien rivolto verso l’ingresso dell’albergo dove il marito sarebbe stato ucciso. Se è provata questa ipotesi, si spiegherebbe anche il resto. E cioè che la Laudien, innamoratissima del suo Salvatore, avrebbe usato tutto il suo peso per imporre il segreto sulle cause della morte, cosicché avrebbe fatto seppellire il marito dentro la villa e convinto poi le autorità comunali ad erigere al cimitero un sepolcro intestato a entrambi, necessario per zittire la città, ma dove né il corpo del marito né il proprio sarebbero mai stati tumulati. La supposizione è qunque che nella stessa tomba della villa la Laudien volle essere sepolta anche lei, per restare col marito, magari nella latomia sottostante. Ma c’è un’altra vicenda che si lega al mistero della tomba e la tinge di esoterico e di soprannaturale. 
Tiziana Torti è una donna romana, oggi autrice Rai e coideatrice della trasmissione Tv “Techetechete”. Negli anni Ottanta soggiornò per molte stagioni a Villa Politi. Già la prima volta visse una esperienza di dejà vu provando la sensazione di esserci già stata. Di notte uscì dalla stanza, la stessa dove aveva dimorato la Laudien, e visitò la sala Churchill per poi raggiungere la statua della nobildonna sul cortile esterno. L’indomani il portiere le disse che aveva avuto certamente un sogno perché il monumento era irraggiungibile per via di materiali nel percorso e che la sala Churchill era inaccessibile perché chiusa. Ma quando lei gli descrisse quanto aveva visto all’interno della stanza riuscì molto difficile al portiere non credere che lei vi fosse effettivamente stata.
Alcuni anni dopo la Torti si trovò ospite della sorella a Parigi e nel corso di una serata un indovino volle leggerle la mano divinando che in un’altra vita lei era stata un uomo che era morto ammazzato per il quale la moglie, più grande di lui e sterile, ne aveva lungamente sofferto la perdita.
In realtà la Laudien era più grande di età di Politi e non poteva avere figli. La Torti si è spiegata il suo trasporto interiore e spontaneo per Villa Politi nonché gli episodi paranormali che le sono successi dando credito all’incredibile fatto di essere proprio la reincarnazione di Salvatore Politi. 
«Secondo me - dice la donna - Politi è sepolto nel suo albergo insieme con la moglie Maria Teresa. Ed è stata lei a volere questo, così da rimanere per sempre col marito nell’hotel da loro creato. Forse la nobildonna ha voluto che non si sapesse della morte violenta del suo Salvatore e dei motivi che avevano spinto l’assassino ad ucciderlo, non rimanendo in questo modo umiliata lei stessa. Che comunque sapeva bene delle frequenti scappatelle del marito». 
In realtà la stampa del tempo tacque sulla morte di Politi e nessuno a Siracusa ha mai sospettato che sia stato ucciso. Si è trattato sempre di una voce. Ma ora forse è giunto il momento di scoperchiare il sepolcro e guardarci dentro. Solo magari per un interesse storico.