venerdì 12 maggio 2017

A Troina il Rubens più scabroso

Lot con la famiglia in fuga da Sodoma


Proprio perché dell’incalcolabile produzione di Rubens, l’artista che ha traghettato il Rinascimento nel Barocco, sono presenti solo due tele, la mostra aperta a Troina fino al 31 luglio (“Rubens e la pittura della Controriforma”) si propone come il portato più generale di un’epoca, quella anti-luterana, della quale dà conto allineando una decina di opere di altri pittori del siglo de oro impegnati nella campagna di rivincita del cattolicesimo sul protestantesimo e del riscatto dell’immagine come mezzo di proselitismo contro la nuova furia iconoclasta alla quale proprio Rubens oppose il più pervicace furore creativo. 
Due tele soltanto, è vero, nelle quali nulla peraltro si trova del seducente per il quale il pittore fiammingo è tanto ricercato e che ha segnato il gran successo della mostra milanese di inizio anno. Tuttavia si tratta di due opere che sembrano scelte non a caso per dare un Rubens colto nella sua cifra mediana tra sacro e carnale come anche tra terreno e celeste. 
“Madonna con Bambino” (proprietà privata ticinese dopo essere stata in origine di Henry Ford II), tema iconico della committenza europea, raffigura una scena nella quale Maria è una mamma attenta ai primi passi del figlioletto, ancor più domestica perché cinta in una veste rossa, simbolo terreno, sopra l’azzurro trascendentale del sottocapo, ma è anche - ed ecco il Rubens più mondano che mistico - una giovane donna con i capelli sciolti sulle spalle e fermati da una cerchietto in testa. L’opera è stata esposta in Italia solo a Lugano e Cuneo ed è ora alla Capitania di Troina (grazie a un sindaco appassionato di arte e studioso della Controriforma) insieme con il maestoso “Lot con la famiglia in fuga da Sodoma” (quadro custodito al museo di Würzburg), tema scabroso che Rubens riprenderà nel 1625 riproponendolo in uno scenario più vasto e luminoso per un gigantesco dipinto sfoggiato oggi al Louvre, ma che non avrà la vorticosa concitazione, il senso incombente di allarme e la saturazione cromatica del primo, nonché i punti di originalità: Lot che, per ascoltare l’angelo, si gira indietro mentre la moglie piangente smentisce il racconto biblico e guarda avanti; lo stesso Lot che protrae le mani giunte in preghiera nell’inopinato colore delle tuniche angeliche; le sue due figlie, una delle quali inaspettatamente incinta, circonfuse in un gioco di abiti che sembra sparigliare l’incedere dei piedi. 
A fare da cornice a Rubens partecipano artisti di uguale sentire: Gerrit Van Honthorst, Pietro Novelli, Salvator Rosa, Luca Giordano, FraSemplice da Verona e Scipione Pulzone. Il quale fa da chicca, dopo la scoperta di due suoi dipinti al convento dei cappuccini di Troina e ora esposti in mostra: prova che l’entroterra siciliano (ma Troina era stata capitale del regno normanno) già nel Seicento dialogava fittamente con le tendenze artistiche di maggiore momento in Europa.


Articolo uscito l'11 maggio 2017 su la Repubblica-Palermo