giovedì 12 gennaio 2023

La Notte teatrale e sapienziale di Paolo Bonolis

 


Articolo uscito il 4 gennaio 2023 su Libero

Nella notte tra l’11 e il 12 maggio 2023 sarà possibile vedere a Roma, dalle parti del Cupolone, una coppia di coniugi cinquantenni andare dopo un “apericena” con gli amici verso casa a braccetto, lei col mal di tacchi e lui con l’aria un po’ brilla, tutta presa a parlare di argomenti che dalla strada continueranno a letto e tireranno fino alle cinque del mattino, mentre il figlio Marco sarà in gita scolastica ad Assisi. In Notte fonda (Rizzoli) Paolo Bonolis inscena una pièce teatrale che sa di performance, fatta com’è di dialoghi e priva di ogni descrizione e narrazione che non sia la voce “fuori campo” di un dicitore terzo in lucco di osservatore occulto: salvo alla fine scoprire che il commentatore (trasposizione del coreuta nella parabasi della commedia greca) è lo stesso marito in preda ad astratti furori e in polemica con la propria coscienza.
Dialogo socratico moderno anche nei temi che lo animano, Notte fonda è un testo che integra un copione e che è impossibile chiamare romanzo, cosa che la copertina infatti non fa. Piacerebbe molto a Woody Allen, del quale riecheggia anche il tono e la voce, mutuandone lo spirito sottile, la battuta sagace, la ricerca del paradosso, né dispiacerebbe ad Alessandro Baricco che sull’era digitale si è impegnato, in I Barbari e The Game, con ben altro traitment ma con le stesse intenzioni volte a giudicare l’escalation informatica un processo di alterazione e sofisticazione della civiltà umana.
Benché fortemente radicata nella realtà, la seconda prova narrativa del noto presentatore televisivo (che da “Bim bum bam” al filosofico Notte fonda mostra di averne fatta tanta di strada) sottende invero un clima di astrazione dato non solo dall’ambientazione cronologica che ne fa un fantasy futuribile e dall’improbabilità che due persone in un giorno feriale e attese l’indomani a impegni di lavoro – lei avvocato, lui commercialista – non cedano realisticamente al sonno, quanto soprattutto dai temi oggetto della logorroica conversazione, tutta incentrata qual è su argomenti propri di convegni specialistici o raduni da circolo che di due borghesi professionisti figli del sistema creato anche da loro per essere i genitori di un sedicenne un po’ nerd e un po’ hikikomori che è il frutto più genuino di esso e della sua deriva.
Dalla vista notturna del Cupolone a Dio e al Papa, quindi alla fede, al cristianesimo e allo shintoismo e via via dal trascendente all’immanente fino all’uso e all’abuso di Internet e del telefonino, Lui e Lei misurano la condizione umana e quel che è diventato oggi il mondo sullo stato di adattamento del figlio non al mondo ma a entrambi, verificando l’esistenza di un “crepaccio” incolmabile e perciò attribuendosi colpe di un male che in lui vedono soltanto loro. Più Lui che Lei, la quale interpreta il ruolo della conformista disposta a vedere il meglio nei progressi tecnologici e considerare lo smartphone non un mezzo per isolarsi ma per comunicare, diversamente da Lui che lo vede come il maggior pericolo delle generazioni più giovani: se la patente – interroga la moglie e per essa la società intera - si consegue alla maggiore età, giacché è richiesta una certa consapevolezza di sé e una prima maturità, perché il telefonino lo usano anche i bambini accedendo a ogni contenuto e formandosi così una coscienza nuova e guasta, di chi non vuole stare insieme con gli altri, ma connesso agli altri?
Bonolis alla fine esce allo scoperto, si mette nei panni del dicitore e rivela il suo assillo: che lo smartphone sia vietato fino ai sedici anni, perché non è accettabile che un adolescente entri in agitazione solo perché gli rimane il 22% di batteria carica. Intelligente, arguto, forse un po’ troppo moralista e profondista, Notte fonda tradisce i patemi degli adulti, rivelando come essi siano più disadattati dei figli che vedono fuori norma. Ci sarà ora una notte in cui il figlio Marco passeggerà per Roma con un amico per parlare dei genitori e della vita? Sarebbe necessario per quadrare il cerchio, ma l’autore che ne riporterà i dialoghi potrà essere ancora Bonolis che delle sue idee si è fatto un’armatura?