martedì 17 dicembre 2013

Quella sporca cinquina nel sacco di Camilleri


Vent’anni prima di Giuliano e della sua banda, la Sicilia ha provato su un altro teatro, non nel Palermitano ma nell’Agrigentino, la grande commedia degli equivoci attivando una macchina del fango che in terra pirandelliana non poteva avere migliore sperimentazione.
Se, divenuta celebre la banda Giuliano, gli omicidi si moltiplicarono ad opera di quanti, in cerca di vendetta personale e di regolamenti di conti, erano ben certi che le sarebbero stati imputati, così avvenne già prima a Raffadali a danno della “famosa banda Sacco”: che risultò responsabile dell’uccisione di un paio di capimafia e di altri crimini, tutti opera in verità di menti sopraffine che avevano ben applicato lo spirito tutto siciliano della tragediatura.
L’ultimo romanzo di Andrea Camilleri, La banda Sacco (Sellerio), ripesca una storia vera e rilegge i documenti e gli atti processuali con la stessa lucidità - sciasciana - già vista per esempio in Le pecore e il pastore e La setta degli angeli. Ma con una sostanziale novità: per la prima volta nella sua vasta produzione Camilleri affronta di petto il tema della mafia senza concessioni, come in passato, a esigenze di trame diverse. Anche se la mafia di cui rende conto è quella storica, del feudo e dell’onorata società, si tratta comunque di un significativo fatto nuovo, Che per altro verso, contribuisce a correggere l’opinione secondo cui lo scrittore agrigentino fosse spinto a vedere del buono nella mafia d’antan, ben distinguendola da quella priva di leggi e crudelissima che sarebbe venuta con l’ascesa dei Corleonesi. Camilleri dimostra che anche la mafia d’inizio Novecento, quella che poi sarà momentaneamente soffocata dal prefetto Mori, fu terribile e sanguinaria, forse ancora di più. La vicenda dei fratelli Sacco la dimostra per intero.
Rifutandosi il padre di pagare una lettera minatoria al capomafia, viene ucciso determinando nei figli la volontà di opporsi alla mafia in una escalation di conseguenze che assumono tutto il senso di una faida tra mafia e briganti nella quale si inserisce, dalla parte della prima, anche lo Stato. Anziché fare la guerra alla mafia, Mori in realtà muove contro, con le sue truppe speciali, i fratelli Sacco, accusati di delitti e altri reati che in realtà la storia - e quindi anche Camilleri - non è stata in grado, almeno per uno: il duplice delitto di due commercianti di bestiame, di non ricondurre a loro.
Ancora oggi non è stato chiarito se i fratelli Sacco, perseguitati dalla mafia e poi dai carabinieri e quindi da Mori, abbiano risposto costituendosi davvero in banda o più esattamente in commando d’azione. E’ però chiaro che affrontarono unicamente la mafia conquistando il tacito favore della popolazione che parteggiò per loro.
Camilleri ricostruisce i fatti servendosi del memoriale avuto dal figlio di uno della “banda” e analizzandolo alla luce della logica e della ragione. Scopre che Alfonso, l’estensore del documento, che poi scriverà anche un libro, si contraddice e più volte mente fornendo, anche in una successiva intervista a un giornalista, versioni diverse soprattutto sul duplice omicidio dei bovari. Alla fine, secondo un procedimento già visto in passato che ha il senso di una palinodia, Camilleri riesamina la vicenda come in un secondo grado di giudizio e dedica un ultimo capitolo alla revisione di quelli precedenti ripassandoli uno per uno sotto la sua lente del raissoneur: come per aggiungere chiose o note a margine in una storia che si presta a molte interpretazioni. Anche sotto il profilo politico, essendosi a Raffadali, come in tutta la Sicilia degli anni Venti, rappresentato uno scontro tra fascismo e socialismo. Dove i fratelli Sacco figurarono sul secondo fronte, pagando così l’impulso sorgivo e indomito ad opporsi non solo alla mafia ma anche al regime. Ed è stato certamente questo aspetto, meglio: questo fondo politico di contrapposizione e di rivolta, ad aver convinto Camilleri ad occuparsi della straordinaria famiglia Sacco dandone un ritratto manzoniano che è un misto di storia e invenzione.