La provincia di Ragusa è quella con la vocazione indipendentista più spiccata. Conta il maggior numero di militanti ed è, insieme con la sezione Archimede di Bagheria del Mis e il Movimento Sicilia libera di Messina, la più attiva.
Massimo Costa, presidente di Siciliani liberi, l’ultima associazione nata, ne tesse le lodi: “A Ragusa hanno vissuto il 15 maggio, 70° anniversario dello Statuto, andando in pullman a Niscemi a protestare contro il Muos e dando così un segnale forte della nostra presenza, mentre a Palermo noi tenevamo un gazebo avvicinando la gente sulla questione siciliana”. Segretaria distrettuale è la comisana Gina Schembari, 58 anni, che coordina i cinque circoli già operativi ai quali si aggiungerà presto il sesto di Santa Croce Camerina. I circoli sono quelli di Modica (segretaria Laura Di Giacomo), Comiso (segretaria Cinzia Pepe), Pozzallo (retto dall’ex forcone Giovanni Arato, impegnato soprattutto sul fronte dei diritti personali contro provvedimenti di sfratto e fiscali), Ragusa (condotto dalla stessa Schembari) e Ispica, dove è attesa la nomina del segretario ma è già presente un collettivo. "Non abbiamo ancora una sede - dice la Schembari - perché siamo nati solo il 9 maggio, ma la stiamo cercando. Per il momento ci riuniamo al Piccolo teatro della Badia”.
I circoli iblei fanno parte di Siciliani liberi, il movimento nato lo scorso gennaio su iniziativa di Massimo Costa dopo la scissione avvenuta a novembre in seno a Sicilia nazione, alla cui nascita, nel gennaio 2015, si parlò di concreto risveglio della lotta sicilianista. Sicilia nazione nacque per iniziativa non solo di Gaetano Armao, assessore nella Giunta Lombardo e docente all’università di Palermo, e di Rino Piscitello, ex deputato regionale di Augusta, ma anche di Massimo Costa, anch’egli docente a Palermo.
Gaetano Armao |
Alla rottura tra Armao e Costa ha fatto seguito la divisione anche degli iscritti. “Noi della provincia di Ragusa - dice la Schembari - siamo passati tutti con Siciliani liberi. Il perché è dovuto a una scelta fatta sulla base di un rapporto di amicizia che ci legava già a Massimo”. Se questo spiega perché è bastata la presenza di Piscitello nel Siracusano a fare da freno, per stessa ammissione di Costa, a un analogo travaso di iscritti nella nuova formazione, non dice tutto sulle reali ragioni del divorzio. Armao e Costa, colleghi nello stesso ateneo e sostanzialmente legati da ottimi rapporti trascorsi, sono apparsi insieme sulla scena all’inizio del 2015 con un progetto finalmente edificante, sostenuto dall’impegno anche di Piscitello. Contro la storica tendenza dei gruppi indipendentisti siciliani a litigare, Sicilia nazione è sembrato il movimento unito e compatto che si attendeva da decenni. Ma è durato dieci mesi. Alla fine di novembre Costa comunica la decisione di voler lasciare il movimento. Armao oggi non parla di rottura né di divorzio: “È successo come tra due tennisti quando, mentre giocano, uno si prende la palla e se ne va lasciando l’altro con la racchetta in mano”.
Massimo Costa |
Ma per Costa non si è trattato solo di posizioni diverse su una scelta di fondo tra la ricerca di una maggiore autonomia, che significa l’applicazione totale dello Statuto speciale della Regione, e la spinta a perseguire un ideale di indipendenza politica dall’Italia. C’è stato dell’altro. Armao taglia corto: “Dopo settant’anni, non ha più senso parlare di separatismo. Bisogna uscire dall’angolo dove si ritrovano quanti vogliono sostenere istanze puntando a soluzioni estreme”. Il riferimento è proprio a Costa, che è un separatista convinto e che ritiene l’autonomia solo una fase di transito, ancorché duri da settant’anni e sia punteggiata di grandi ostacoli.
“La nostra coscienza indipendentista - dice - è molto responsabile. Non siamo degli invasati che vogliono fare la guerra. Ma certamente è un fatto che in dieci mesi Armao non ha mai pronunciato la parola ‘indipendentismo’. Eppure il motto di partenza di Sicilia nazione era ispirato proprio all’idea di una Sicilia indipendente. La verità è che Armao ha sempre perseguito programmi autonomisti e, quel che è peggio, frequentato partiti convenzionali e ambienti di Centrodestra. L’elemento scatenante è stato però la sua partecipazione a novembre a una convention con Berlusconi venuto per discutere con i leader del Centrodestra i futuri candidati, fra cui figurava anche Armao, considerato organico. C’è di più. Due mesi prima, a settembre, Armao andò alla manifestazione di Musumeci ‘Diventerà bellissima’ proprio il giorno in cui ufficilizzavamo la costituzione del circolo di Catania di Sicilia nazione. Arrivò quando tutti ce ne stavamo andando. Questo episodio convinse il 90 per cento degli iscritti a chiamarsi fuori e a invitarmi a fare altrettanto. Due mesi dopo è nato il nostro movimento Siciliani liberi che conta sui fuoriusciti di Sicilia nazione”.
Quello che è dunque successo nel Ragusano sarebbe avvenuto in tutta la Sicilia, motivo per cui Costa dice che “oggi l’indipendentismo si identifica solo con Siciliani liberi, perché Sicilia nazione non esiste più essendo diventata la segreteria politica di Armao e non avendo più di dieci militanti”. Ma Armao risponde con un argomento convincente: “Ha più sèguito? Beh, chiunque ne abbia voglia si vada a vedere i ‘mi piace’ nelle pagine facebook di Sicilia nazione e di Siciliani liberi. I numeri sono numeri”.
In realtà non c’è raffronto: Armao vanta quasi diecimila like mentre Costa non arriva nemmeno a mille, ma l’ex assessore ha dieci mesi in più di presenza sulla rete. Nondimeno Costa dà per certo che la sua associazione sta crescendo giorno dopo giorno e apre sempre più circoli in vista di una possibile partecipazione alle prossime elezioni regionali. Della miriade di sigle che popolano il mondo indipendentista dice che sono tutte finte, riferite a una sola persona, il fondatore: “Ne abbiamo avuto la prova il 30 marzo alla manifestazione di Palermo contro Crocetta promossa dai Centri sociali. Sono venuti tutti i movimenti sicilianisti e si è visto che il corteo era composto per metà dagli studenti e per l’altra metà da Siciliani liberi e da dieci persone in tutto, ognuna a nome di una sigla. Vuole che faccia nomi? Mario Di Mauro è venuto da solo, Rosa Cassata è venuta da sola, Tindara Mendolia con il solo marito”.
Mario Di Mauro (in piedi) |
Salvo Musumeci |
Francesco Perspicace |
Giuseppe Scianò |