Salvatore Quasimodo nacque a Modica un anno prima della grande alluvione del 1902 che trasfigurò il volto della città e si trovò a Messina nell’anno del grande terremoto del 1908. Per la verità non si hanno notizie certe circa la presenza qui e là del futuro premio Nobel in occasione dei due cataclismi, ma la biografia attesta che la famiglia Quasimodo si fermò a Modica quattordici mesi dopo la nascita di Salvatore e che dopo si trasferì a Roccalumera, perché il padre era capostazione delle Ferrovie.
Essendo il poeta nato il 20 agosto e lo tsunami modicano avvenuto il 25 settembre 1902, è certo che ebbe il tempo che il disastro si compisse e la fortuna di non figurare tra i 120 morti che costituirono il grave bilancio di venti minuti di acqua alta undici metri piombata sulla città e sommergendola.
Essendo il poeta nato il 20 agosto e lo tsunami modicano avvenuto il 25 settembre 1902, è certo che ebbe il tempo che il disastro si compisse e la fortuna di non figurare tra i 120 morti che costituirono il grave bilancio di venti minuti di acqua alta undici metri piombata sulla città e sommergendola.
La casa natale |
Quasimodo non tornerà mai più a Modica se non in età avanzata e quasi sempre in forma privata in compagnia del suo amico messinese Salvatore Pugliatti. L’ultima volta fu un giorno prima di morire. Di ritorno da Ragusa, dove era stato per ritirare il premio Vann’Antò, volle vedere Modica. Qualcuno lo ricorda al caffè Orientale in compagnia di una donna, spacciata per la sua segretaria di turno. Il giorno dopo fu ad Amalfi a presiedere la giuria di un premio di poesia e lì un ictus lo uccise.
La targa con l'errore |
La targa corretta oggi esposta |
Quasimodo è ricordato a Modica anche dall’attività del Parco letterario intestato a suo nome e gestito dalla cooperativa Via. Opera del Parco è stata l’installazione nel 2000 lungo il centro storico di nove maioliche con i versi del poeta. Le nove stazioni costituiscono oggi anche le tappe di un itinerario estivo che dalla chiesetta di San Nicolò raggiunge la casa-museo. Non mancano le iniziative, ma l’interesse per Quasimodo si è andato nel tempo sempre più affievolendo. Inattivo è il Centro di documentazione quasimodiano animato da Orazio Galfo che negli anni Ottanta promosse due importanti convegni di studi. Inattivo è anche il sito web tuttoquasimodo.it, molto frequentato negli anni Novanta e Duemila, e in via di disattivazione è anche la cooperativa Etnos, che è stata la prima promotrice dell’apertura della casa-museo. Da essa sono nate le tre associazioni Proserpina, Arca Sicula e Via, composte da soci della Etnos che si sono staccati e separati.
Nel vuoto è dunque caduto il progetto originario di creare un polo quasimodiano capace di offrire un programma concertato e integrato, che servisse anche a rilanciare la figura di Quasimodo. Il solo che ci ha guadagnato realmente è stato Alessandro. Il quale ha venduto alla Regione quanto più ha potuto per una somma di circa 900 milioni di lire. Il patrimonio, concesso al Comune, è composto da una mostra di ritratti, libri d’arte, fotografie, lettere ad Amelia Spezialetti, la toga e il diploma di Oxford, i manoscritti, il testamento e numerose carte di famiglia.