lunedì 21 agosto 2023

Il mondo fatto a immagine, anche sinistra, del cerchio

 

Figura geometrica inventata dall’uomo, il cerchio è un perno della natura dove tutto tende a ruotare - i pianeti, le stelle, le galassie – e a costituirsi in forma rotonda, anche contro la logica. Perché i piatti, i bicchieri, le pentole, le tazzine di caffè, sono perlopiù rotondi? Perché lo sono le penne e le matite? Ma anche le lampadine, lo sterzo della macchina, i tronchi degli alberi, gli steli, moltissimi fiori, le sigarette, gli aerei? Perché diciamo “buco” e pensiamo subito che debba essere rotondo? Anche della testa diciamo che ci gira e se ci guardiamo vediamo che i nostri corpi sono rotondi, così le membra: gambe, braccia, torace. Arrotondati sono anche gli animali, i pesci, gli uccelli… Tutto è rotondo o pronto a ruotare. Anche il tempo che passa immaginiamo che ruoti come le lancette di un orologio. Gli alberi contano gli anni aggiungendo anelli interni. Tutto in terra e in cielo tende ad assumere una forma rotonda, sferica, circolare. 
Il moto rotatorio è l’origine della vita. Ciò che in passato era rettilineo oggi si arrotonda, si smussano gli angoli: le autovetture hanno perso gli spigoli e arrotondato le forme, così come gli arredamenti delle case e molti oggetti, compresi i telefonini e i computer. Non ci sono più spigoli. Le colline si riempiono di pale eoliche che ruotano, gli incroci stradali perdono il loro significato di disegno a croce e diventano rotatorie sembrando obbedire, dagli anni Novanta in poi, a un nuovo ordine, una specie di adeguamento all’ordo naturalis. Dallo stesso periodo adottiamo la chiocciola a spirale nella posta elettronica. L’uomo in sostanza sta tornando alla natura, la grande dea adorata anche nella sua versione demoniaca e perciò oggetto di culto del satanismo e del neopaganesimo, ma venerata soprattutto nei primordi dell’umanità e per tutta l’età classica.
Conosciamo questa concezione dei cicli cosmici, concentrici come onde di frequenza, dal più grande al più piccolo. Anche di una giornata parliamo di arco e diciamo addirittura “nel giro di un’ora”, di un tempo cioè che non è più retto e lineare come in passato, quando era la clessidra a misurarlo, ma che ruota come in un orologio. O serpenteggia: come fa la spirale che gira in senso antiorario attorno alla testa di Medusa, la gorgone che Persefone vuole a guardia degli inferi. La fisica teorica ha infine dimostrato la curvatura sia del tempo che dello spazio. E persino nel Triangolo delle Bermuda piloti aerei scampati alla morte riferiscono di aver visto nuvole nel cui interno si creano spirali.
Questo perché la natura, maligna e benigna che sia, non ama né l’angolo né la retta, ma preferisce per convenienza la sfera, sebbene Archimede dimostri che la spirale si crei su una retta. Ma al soldato romano venuto per ucciderlo dice “Non disturbare i miei cerchi”». Archimede fu tra i primissimi ad aver chiaro un fondamento della natura che possiamo vedere da noi: se in un giardino sradichiamo una piantina vediamo che si crea attorno una specie di cerchio chiamato "di accrescimento", come succede nei tronchi degli alberi e nel buco dell’ozono, oltre che nella formazione delle stelle: l’erba sarà attorno più alta e via via ricoprirà il buco accorrendo come anticorpi che cauterizzino una ferita.
Un simile concetto figura nell’Ecclesiaste, il cui prologo scrive che il vento soffia a mezzogiorno, poi gira a tramontana e girando girando torna sulle sue spire, così come tutto il Creato. Proprio com’è per la danza, che nasce in circolo non solo per ricordare Teseo che gira a vuoto nel labirinto ma soprattutto in armonia col firmamento nel quale gli antichi vedevano che i pianeti erranti andavano di giorno verso destra e di notte verso sinistra.
Il moto rotatorio è oggigiorno alla base anche della nostra civiltà tecnologizzata. Ed è moto rotatorio anche il senso della velocità che il progresso tecnologico ha preso. Le scoperte scientifiche in campo informatico rendono per esempio obsoleto un prodotto appena immesso sul mercato, quindi possediamo solo mezzi del passato, nel quale veniamo ricacciati e che si perpetua continuamente. Ma nello stesso tempo internet rende tutto disponibile, quindi presente, come mai storicizzato: ogni fatto, ogni immagine, ogni documento non ha più un suo tempo ma solo il nostro. Il presente e il passato che stanno sempre più vicini, come ubbidendo a una materia oscura che li attrae, contraria all’energia oscura che espande il cosmo, si fondono e si annullano come ruotando. 
Costituiscono un unico tempo e richiamano l’idea del cane che corre in circolo per mordersi la coda e quella del mitico Urobono, il serpente che si mangia la coda e forma un cerchio. A realizzare quindi l’eterno ritorno, anche alla madre terra, quindi alla natura e al femminino sacro. Ma con un’attenzione speciale al moto rotatorio. Il quale implica concetti di natura quali la spirale e il vortice che sono anche causa di fenomeni come i tifoni e le trombe d’aria oltre che del fatto che vediamo l’acqua defluire nel nostro lavandino in forma circolare quanta più è la quantità e la velocità, a prescindere dalla rotondità del buco di scarico. Nelle Nuvole Socrate spiega che è il vortice celeste a muovere i venti e non Zeus. 
Così peraltro avviene in un buco nero nello spazio: i corpi celesti che finiscono oltre il suo orizzonte degli eventi spiraleggiano e vengono poi risucchiati in un vortice. Del resto le api, come gli elicotteri, traggono la loro energia dall’alta frequenza dei vortici che creano con le loro ali. E un ponte, o magari una finestra alla veneziana, cede o vibra secondo la scia vorticosa che si determina nella linea di corrente. È la legge di Von Karman, che definisce il fenomeno della risonanza: quando la frequenza di formazione dei vortici si avvicina alla frequenza di vibrazione del corpo sollecitato si ha la risonanza.
Anche la Terra come tutti i corpi celesti è rotonda per una precisa legge di natura. Ogni stella, ogni astro, ogni pianeta è rotondo perché qualsiasi corpo tende a conservare il massimo della sua energia con il minimo sforzo. Lo sapeva anche Leonardo da Vinci: ogni azione è generata dalla natura nel “più brieve modo che trovar si puote”. Ora la sfera è l’unico solido a possedere in ogni sua parte una uguale gravità rispetto al centro, ma ha soprattutto la superficie estrema più piccola in ogni punto e quindi vanta la possibilità di scambiare meno calore con l’esterno e di conseguenza di conservarne di più, avendo perciò maggiore energia. Tutto nell’universo rotondeggia per risparmiare calore e quindi energia. Per questo l’atomo, nel mondo opposto dell’infinitamente piccolo, è rotondo. Democrito che lo scoprì lo immaginava come una pallina liscia. Ciò che però fa pensare come a quel tempo fosse più facile immaginare un atomo che non una pallina liscia.
Anche per Aristotele sarebbe stato più agevole, raccogliendo le intuizioni di Anassimandro, dimostrare il movimento degli astri che non la loro sfericità, ma dovendo tener fermi quelli ha dovuto stabilire che questi siano sferici sulla base del fatto che la figura meno mobile è la sfera. Vedeva rotondi il sole e la luna, osservava le eclissi e deduceva dunque che lo fossero tutti i corpi celesti. Ma è proprio Aristotele ad assegnare al vortice la prima funzione del moto rotatorio che è quella di spingere ogni oggetto, celeste o terrestre, verso il centro di esso come fa, diceva, l’acqua nei “ciati” che non cadrebbe se girati vorticosamente. Non conosceva la forza centrifuga, perché a quel tempo le leggi della natura erano date da osservazioni molto elementari. Non avendo modo di vedere mai un tifone, per studiare i vortici Aristotele li guardava formarsi nei fiumi. E nei sogni, dove pure vedeva crearsi piccoli vortici. Ma anche Cartesio, quasi duemila anni dopo, osserverà ancora i fiumi per trovare i vortici e scorgerà, nei gorghi e nelle festuche che girano, anche il moto rotatorio dei pianeti. Moto rotatorio che secondo lui, non immaginando il vuoto, è dovuto allo spostamento che una forza imprime a un’altra vicina creando per inerzia un circolo.
L’uomo e la natura come sopra così sotto, insomma, secondo il principio della Tavola di smeraldo. Gli dei pagani sono una prova dell’identificazione tra cielo e terra. Passano da una dimensione all’altra e stanno in mezzo agli uomini vivendo come loro e dividendone anche le passioni. Il satanismo nasce dal desiderio di ricreare l’Aldilà da questa parte invertendo la missione di Dio nel mondo: invece della felicità nella vita eterna si cerca la fortuna nella vita terrena chiamando la natura a fare da tramite.
Ecco allora il feticcio del cerchio, quindi del moto circolare, che è alla base anche della creazione dell’universo. Secondo una certa teoria la Terra stessa sarebbe una sfera di nummuliti, i fossili preistorici unicellulari il cui guscio è a forma di spirale. E il cerchio magico diventa quindi il sacro recinto delle divinità classiche, il luogo molto reale e solenne dove la comunione e la comunicazione con Satana o con il divino diventa possibile con l’uso di sostanze che siano quanto più naturali possibile. 
Il consumo di alcaloidi e allucinogeni, molto comune in ambito esoterico, riguarda sempre più oggi le sostanze elementari proprio per un contatto quanto più stretto e immediato con la natura, come d’altronde avveniva prima delle scoperte chimiche che ci hanno dato la morfina, la cocaina, l’Lsd, la marijuana, l’hashish. Si preferisce la materia base che è in natura, dallo stramonio alla segale cornuta, dalla mescalina al giusquiamo, dall’oppio alla cannabis e a tutta una serie di funghi come il Marasmius oreades. Questo fungo, insieme con altri dello stesso genere, è quello che crea i cosiddetti cerchi delle streghe, quei circoli che, imputati a esseri alieni e apparsi ricorrentemente in più parti del mondo, si espandono sempre più come fa l’universo, anche all’infinito, e che qualcuno ancora oggi crede che designino la circonferenza tracciata dalle streghe nei loro sabba e il loro potere di modificare la natura. 
Non avendo clorofilla e non conoscendo quindi la fotosintesi, si nutrono di materia inorganica sotterranea e, cercando nuove sostanze nutritive dopo aver bruciato quelle interne, si spostano nel terreno letteralmente verso l’esterno in un’azione simultanea. Sono ingeriti per creare come in passato stati alterati di coscienza in determinati rituali e sono allo stesso tempo visti oggi come privilegiato mezzo di identificazione con l’inferno proprio perché fonte di figure naturali a forma di cerchio.
Nel Medioevo il cerchio lo troviamo in molte miniature e tele a circoscrivere sia il male, rappresentato da figure simbolo dei vizi umani come la lussuria o la cupidigia, sia il bene raffigurato anche da Dio o da Cristo. Basterebbe il caso di San Bernardino da Siena, processato tre volte per stregoneria per aver ostentato una tavola con dentro inscritto un cerchio solare apotropaico nel quale gli inquisitori vedevano però il simbolo del diavolo. Ma ci sono, al contrario, le catacombe protocristiane dove i simboli cristologici appaiono dentro cerchi anche a fascia larga. Il cerchio magico è anche il segno dei satanisti. È la linea circolare che circoscrive il sabba, tracciata a terra per concentrare dentro di esso le forze che legano la dimensione reale a quella infernale. Infatti al magico sono intestate varie sette anche in Italia, proprio perché diventa il sacro recinto delle divinità classiche, il luogo molto reale e solenne dove è possibile la comunione e la comunicazione con Satana o con il divino.