A vent’anni dalla scomparsa, Sciascia sfugge in maniera anguillare a ogni tentativo di storicizzazione e continua a mantenersi «attuale», come nel ’74 lo vede Pasolini per il quale la sua vocazione a giudicare il mondo nasce dalla natura di «moralista meridionale»: un moralismo civico e laico fondato su un’arcaica antropologia dell’onore ed esercitato esclusivamente sul suo tempo.