sabato 22 marzo 2014

Infermiera perde il posto e il bambino in grembo


Una infermiera dell'Asp di Siracusa (assunta a tempo determinato, e beneficiaria come gli altri precari della sanità pubblica della proroga dei contratti fino a giugno, in attesa che siano espletati i concorsi, a Siracusa come in tutta la Sicilia) ha avuto notificata la revoca della proroga e praticamente è stata licenziata dopo aver fatto sapere all'Asp di aspettare un bambino.
Il suo avvocato ha opposto un paio di leggi nazionali sul divieto di disparità di trattamento anche in caso di maternità, ma non c'è stato al momento niente da fare. L'Asp ha opposto ragioni che, in tempi di spending review, possono apparire addirittura fondate se non fossero insensate. E le ragioni sono le seguenti: l'erogazione dell'assistenza sanitaria deve essere assicurata mercé la presenza reale di tutte le risorse umane in organico, nell'ottica tuttavia - imposta dalla legge e auspicata dalla Corte dei conti - di contenere le spese anche del personale a tempo determinato. 
Tradotto significa che l'Asp non può privarsi di nessun elemento, men che meno se precario, e che non prevalendo il diritto di una precaria di avere un figlio sulla necessità di erogare un'assistenza efficiente, dove l'efficienza è assicurata dall'organico al completo, qualora immotivatamente qualcuna dovesse rimanere incinta allora va lasciata a casa e rimpiazzata. Nemmeno nelle fabbriche inglesi alla vigilia della rivoluzione luddista si era mai sentito qualcosa del genere. 
Il paradosso della vicenda è che la donna, portatrice peraltro di una gravidanza a rischio, avuto notificato il "licenziamento" non l'ha presa per niente bene e dopo il lavoro ha perso anche il bambino. Il deputato regionale grillino Stefano Zito, siracusano, martedì scorso è intervenuto in Aula denunciando i fatti. Ma anziché presentare una formale interrogazione all'assessore alla Sanità Borsellino (cui pure ha rivolto un mero invito a fare chiarezza sull'episodio) ha chiesto di parlare in forza dell'art. 83 del Regolamento dell'Ars, quello che alla fine di ogni seduta consente ai deputati di intervenire su temi a piacere fuori dall'attività ispettiva. Di conseguenza non se l'è filato nessuno. 
Ma c'è un altro paradosso. Subito dopo Zito hanno preso la parola due deputati siracusani, Pippo Gianni e Vincenzo Vinciullo. Chiunque si sarebbe aspettato che sostenessero Zito, invece si sono accalorati e dilungati sulla necessità di dare sistemazione allo snodo viario dell'uscita nord di Siracusa!