domenica 23 marzo 2014

La Provincia di Siracusa? Un teatrino delle parti


Merita il premio Vittorini (fondato dalla Provincia regionale di Siracusa e dalla stessa Provincia affossato) chi ha pensato di oscurare sul sito dell’ente le voci relative al commissario straordinario, al suo curriculum vitae, all’atto di nomina e a tutto quanto riguarda il rappresentante legale dell’Ap aretusea.
Però sono stati lasciati fruibili il banner “Scrivi al commissario”, nell’attesa o nell’auspicio che qualcuno prima o poi riceverà l’email, perché farlo ora sarebbe come buttare una bottiglia in mare, e quello che porta all’ufficio di supporto del commissario. Al posto delle voci inaccessibili campeggia uno spiritoso cartello: “Work in progress”. E, trattandosi di lavori pubblici, è possibile ipotizzare che si tratti di lavori infiniti o comunque indefiniti.
La riforma delle Province, fortissimamente - e forse sbrigativamente - voluta da Crocetta ha determinato un’impasse che è in realtà un grottesco di cosa la politica più leguleia e lanuginosa sia capace di fare. In rapida successione, come in un teatrino delle parti, è successo che ad Alessandro Giacchetti, già commissario all’Inda e prima ancora al Comune ma in ultimo anche commissario alla Provincia, è subentrato Ettore Leotta, che dopo tre giorni però si è dimesso, sicché è stato nominato non “il nuovo” commissario, ma “di nuovo” commissario Giacchetti. Il quale prima ha accettato e poi ha rinunciato. 
Leotta si è dimesso per onestà, giusto il parere del Cga che reputa illegittime le nomine successive al 31 dicembre 2013 dopo la soppressione delle Province, dimodoché (in guisa del Porcellum ripristinato dalla Cassazione) è stato richiamato Giacchetti, che essendo stato nominato una prima volta agli inizi del 2013 e poi mandato via per eccesso di incarichi commissariali, era l’unico che avesse titolo. Ma Giacchetti se l’è pensata un paio di giorni e poi ha tirato fuori una giustificazione adducendo motivi personali, tali che evidentemente non rendevano però impossibile l’espletamento dell’incarico di commissario dell’Inda, dove è rimasto tuttora quando invece avrebbe dovuto farsi gli scatoli il 31 dicembre scorso. 
Quali sono stati dunque i motivi personali? Non certo quelli di una supposta incompatibilità fondata sul fatto che essendo già commissario di un ente, l’Inda, che riceve fondi dalla Regione, si sarebbe trovato in un altro ente alle dipendenze della stessa Regione, dal momento che l’anno scorso aveva già ricoperto il doppio incarico. E allora? 
Prima di tentare una risposta, vediamo quanto è successo appunto alla Regione, precisamente all’Assemblea regionale siciliana ed esattamente il 12 marzo scorso, nella magnificenza barocca e bizantina dell’espressionismo proprio di Palazzo dei Normanni. Vale davvero la pena trascrivere quanto dice quel giorno in Aula un deputato siracusano, Vincenzo Vinciullo, e quanto poi gli risponde l’assessore alle autonomie locali Valenti.
Dice Vinciullo, senza ombra di ironia: «Volevo porre all’assessore per gli enti locali qui presente il quesito riguardante il commissario della Provincia regionale di Siracusa. Risulterebbe che avreste già fatto la nomina, che la nomina sarebbe stata già inviata alla Provincia, ma dopo otto giorni da questa nomina ancora il commissario incaricato non si è presentato a prendere possesso dell’incarico e poiché ricordo che era uno di quelli che era stato sostituito senza avere mai presentato le dimissioni, sarebbe a questo punto opportuno sapere, capire se: primo, il commissario ha accettato; secondo, se il commissario si è dimesso; terzo, nel caso in cui il commissario ha accettato, se intende esercitare fino alla fine le funzioni». Vinciullo non fa nomi, ma è chiaro che si riferisce a Giacchetti, nominato agli inizi di marzo dopo l’abbandono di Leotta il 28 febbraio. 
L’assessore Patrizia Valenti risponde, anche lei senza alcuna ironia: «Ho verificato e il decreto è stato regolarmente notificato, è arrivata pure l’accettazione. Stiamo tentando di contattare il commissario in maniera tale da capire cosa sta succedendo, forse un motivo personale, per cui non si è ancora ripresentato in Provincia; ma la nomina, dal punto di vista amministrativo, è perfezionata».
Stranamente, due giorni prima che Giacchetti esibisca i suoi “motivi personali”, l’assessore li prospetta ufficialmente ma riducendo la moltiplicità a unità. Sembra perciò che sappia quale sia l’impedimento oggettivo che porta Giacchetti a pentirsi di avere appena accettato. Si tratta, è chiaro, di un motivo personale sorto nel giro di due, tre giorni. Magari una conversazione accesa proprio con l'assessore, perché no? Ma che tipo di conversazione?
Si potrebbe immaginarla mettendosi al posto del commissario dell’Inda, il quale avrebbe avuto tutte le ragioni per pensarsela e dirsi allo specchio: “Ti hanno cacciato dalla sera alla mattina che manco Letta e ora ti rivogliono perché sei l’unica possibilità dopo Leotta. Ma lascia che se la risolvano loro la cappellata che hanno fatto con le Province e i Liberi Consorzi. Se ne trovassero un terzo”. Questo in realtà sarebbe un ottimo motivo personale, o meglio una squisita vendetta. Ma tertium non datur, sicché fino ad oggi la Provincia è senza commissario.
Per questo motivo, vedendo come vanno le cose, i web master del sito dell’Ap hanno preferito oscurare tutti i link relativi al commissario. Il bello, se qualcuno vuole vederci davvero qualcosa di bello, è che il sito si presenta con queste parole: «Il web è divenuto il canale principale per l’erogazione di servizi ai cittadini. Il primo elemento di contatto e di comunicazione immediata e razionale”. Per la verità, più che di “servizi” si tratta di “lavori in corso”, come giustamente viene precisato. E certamente non immediati.