sabato 23 agosto 2014

Che bello Obama quando gioca



Barack Obama, che si dice affranto per l'uccisione di Foley e poi se ne va a giocare spensierato a golf, offre l'immagine di un mondo che come segno di solidarietà non sa andare oltre un catino di acqua gelata, ovviamente davanti alle telecamere.
L'ipocrisia è il credo vigente, imperante in politica: come si volesse scindere il pubblico dal privato per cui il presidente degli Usa può dirsi addolorato come tale e, da privato cittadino, andarsene a divertire. Se così le cose fossero ammesse, bisognerebbe accettare che un poliziotto fuori servizio non intervenga per fermare dei ladri in fuga o che un sacerdote possa andarsene la sera in un privé.
Non stando in realtà così le cose, non potendo cioè essere ammessi sdoppiamenti tra carica e persona senza snaturare ogni veste e ogni laticlavio, sarebbe però logico aspettarsi che né un presidente della repubblica né un ministro o un deputato possano andare in ferie come comuni lavoratori - e per giunta nello stesso periodo - o godere di tutti quei piccoli piaceri e privilegi che sono di ogni privato cittadino, come osservare un orario di lavoro, il riposo settimanale, una passeggiata, un cinema o un ristorante. 
Da un lato non vogliamo che i nostri rappresentanti istituzionali si comportino da privati e da un altro concediamo che lo siano e ci piace anzi che si mostrino in tali panni. L'ipocrisia alla fine non è un credo che riguardi solo i nostri reggitori, ma tutti noi che quei reggitori abbiamo voluto ed eletto.
I settimanali di gossip stanno viaggiando questa estate a furia di copertine di donne parlamentari e ministre colte dai fotografi in spiaggia e nelle più comuni condizioni. Tranne qualche caso, tutte si fanno trovare in perfetta forma, pronte al flash. Qualcuna è stata fotografata a mare truccata e pettinata. E' loro interesse apparire cittadine ordinarie senza però perdere la dignità di privilegiate: come capita a quei re e a quei papi che di tanto in tanto danno la mano ai poveri e accarezzano bambini nella folla. 
L'errore non è loro, ma nostro: perché amiamo vedere in mezzo a noi il re senza corona e scettro, purché subito dopo possiamo rivederlo sul trono con tutti i suoi attributi regali e il suo inarrivabile distacco.
Quanto ad Obama, ci piace pensare che sia andato a giocare golf facendo come Bush, che la mattina dell'11 settembre 2001, avvertito che l'America era in quel momento sotto attacco, anziché scappare o alzarsi continuò fino alla fine a leggere favole ai bambini di una elementare. Obama può aver voluto fare arrivare ai jiahdisti un preciso messaggio di coraggio, come a volere loro dire che non fanno paura a nessuno. Ma ci sono tutte le migliori ragioni per credere che il presidente degli Stati Uniti se ne sia andato a giocare a golf perché gli piace il golf, a prescindere.