sabato 12 dicembre 2015

Il direttore d'orchestra che regalava case


Sergiu Celibidache a Lipari
Per molti anni, dalla fine degli anni Cinquanta al 1976, Sergiu Celibidache, maestro d’orchestra romena di fama internazionale, soggiornò ogni anno a Lipari con la famiglia.
Non lo scoraggiò nemmeno l’incendio della villa in cui perse il suo pianoforte, ma quando la polizia lo informò che in tasca di un capomafia palermitano era stato trovato un biglietto con il nome del figlio e il piano per rapirlo, il celebre musicista lasciò per sempre e di gran fretta Lipari e le sue amate Eolie. Epperò, anziché avercela con i liparesi, li amò al punto da regalare ad alcune famiglie case di sua proprietà e aiutò altre a comprarsela con i suoi soldi. 
Fu molto generoso con i liparesi. Si attaccò in particolare alla famiglia Viviano, due fratelli della quale soffrivano di sclerosi multilpa. A sue spese sostenne le loro cure e li portò in Svizzera e in Francia per visite specialistiche. Nella zona di Quattrocchi, su un’altura dalla quale si dominano le Eolie, costruì sette villette ad ognuna delle quali mise il nome di un’isola dell’arcipelago. Gli è stato dato merito di aver realizzato la sua cittadella con il minimo impatto ambientale, cosa che gli è valsa, ma solo qualche anno fa, l’intestazione del belvedere chiamato “Piazzale Celibidache”. Le sette villette sono oggi chiuse e disabitate. La famiglia non ha voluto disfarsene, forse per lasciare memoria della presenza del compositore.
I liparesi lo hanno ricordato tre anni fa con un convegno per il centenario della nascita, tuttavia non lo hanno amato fino in fondo, se lo soprannominavano “‘u pacciu di Quattrocchi” per via dei suoi modi che dovevano apparire alquanto bizzarri, da pazzo, agli abitanti dell’isola, che lo vedevano scarrozzare su una Bianchina con un cappellone a larghe tese, andare in giro un po’ claudicante con i suoi due cani e avventurarsi con improntitudine in mare sul “gozzo” piuttosto male in arnese che gli avevano regalato dei pescatori. 
A quel tempo dovette sembrare anche singolare l’acquisto che fece di un vasto appezzamento di terreno sul quale cominciò a edificare villette senza nessuno scopo reale. E dovette sembrare certamente eccentrico che comprasse case nell’isola per poi donarle mentre lasciava vuote le sue villette. Quattrocchi era il suo paradiso. Celibidache fu stregato dal panorama che si gode da lassù, tanto che in un’intervista del ‘64 alla Rai spiegò che riteneva il luogo il più bello del mondo per la diversità di colori che offriva tra azzurro, giallo e nero.
Naturalmente a Lipari nessuno ammette di aver avuto dal maestro una casa in regalo che lui aveva magari acquistato proprio a tal fine: la voce popolare ormai vecchia e radicata racconta un’altra storia. Emanuele Carnevale, avvocato, non sa niente di case regalate da Celibidache, però dice che è senz’altro possibile, vista la generosità del maestro, che mai si fece pagare i concerti personali tenuti nella cattedrale. “Fu molto amico di mio padre al quale lasciò una fotografia con dedica - dice - che campeggia ancora a casa. L’ho conosciuto bene anche io quando era già in età e faticava a camminare. Non volle starsene rintanato a Quattrocchi che non considerò il suo buen retiro, ma partecipò attivamente alla vita di Lipari e delle isole vicine”. A un cantante dilettante si prodigò in encomi tali da spingerlo a incidere un disco che faceva ascoltare ai suoi ospiti lodandone il talento. Non era granché e lui lo sapeva bene. Ma il cantante era di Lipari.