mercoledì 30 agosto 2023

"Nature": l'uomo primitivo scuro come i siciliani moderni


In un articolo apparso sul sito de "Le Scienze" (mensile italiano che ripubblica, senza controllare né sindacare, da riviste internazionali soprattutto statunitensi), così scrive una giovane studiosa californiana freelance, Freda Kreier, sul primo uomo di cui si abbia traccia e cioè Ötzi, trovato nel 1991 nell'omonima valle delle Alpi: "Ötzi non era portatore di molto Dna di cacciatori-raccoglitori europei, lasciando intendere che la sua stirpe era geneticamente isolata dagli altri europei dell'epoca. I marcatori della pigmentazione cutanea hanno rivelato che Ötzi aveva molta più melanina nella pelle di quanto ci si aspettasse, rendendolo più scuro dei siciliani moderni". La Kreier scrive su "Nature" (dove l'articolo è apparso), "Science News", "The Mercury News" e altre testate anche online. Nel suo sito dichiara che le "piace scrivere sul mondo naturale, sul passato e sul Dna" e che "ha anche lavorato al podcast di antropologia Sapiens": dove evidentemente le hanno detto che i siciliani moderni sono scuri di carnagione e forniscono perciò un ottimo modello al quale riferire l'uomo di 5300 anni fa ricostruito a grandezza naturale al Museo di Bolzano in maniera però sbagliata perché troppo chiaro di pelle. E invece no, secondo la Kreier: era scuro e uguale ai siciliani, come sostengono le ultime ricerche. Dichiarazione che, venendo da una pseudo-scienziata ed essendo riportata da una rivista scientifica, sembra avere il crisma dell'ufficialità.
Negli Stati Uniti e soprattutto nella costa orientale lo stereotipo del siciliano scuro di pelle persiste dunque anche in ambienti addirittura scientifici e nell'ambito di riviste di grande autorità, appunto scientifica, come "Nature". La Kreier ha elaborato un processo mentale partito da queste premesse: ricordando la ricerca del gruppo di lavoro impegnato sull'età del cosiddetto "uomo dei ghiacci", perché rinvenuto congelato, scrive che "il gruppo ha trovato un sorprendente livello di ascendenza anatolico-agricola. Si pensa che questi primi agricoltori, che vivevano nella terra stretta tra il Mediterraneo e il Mar Nero, siano migrati in Europa e si siano mescolati con i cacciatori-raccoglitori locali". I quali, essendo di carnagione chiara, avrebbero allora mitigato l'effetto della melanina e indotto a ritenere fino ad oggi che Ötzi fosse di etnia europea.
Epperò essendo "i cacciatori-raccoglitori locali" stanziati in alta Italia, per fare capire che Ötzi si era scurito, la "scienziata" californiana non ha richiamato particolari razze indoeuropee, proprie della "terra stretta tra il Mediterraneo e il Mar Nero", ma ha indicato una popolazione, la siciliana, distante mille chilometri: per dire che l'uomo di cinquemila anni fa era "più scuro" dei siciliani moderni. E meno male.
Quindi, se nei secoli scorsi i siciliani possono essere stati scuri, ipotesi più giustificabile per avvicinare Ötzi a loro, oggi i siciliani che la Kreier conosce e vede, cioè quelli "moderni", sono decisamente mori. Probabilmente ha visto troppo volte Il padrino, rimanendo colpita dalla scena in cui Michael Corleone, riparato in Sicilia, conosce Apollonia, una ragazza che gli è stata indicata dai parenti come "scura". O forse ha amato de Il giorno della civetta di Sciascia la trasposizione cinematografica nella quale Parrinieddu è interpretato da un "ominicchio" alquanto scuro oltre che oscuro. Oppure ama La peste di Camus, colpita da quanto Tarron dice del dottor Rieux: " Ha qualcosa del contadino siciliano, con quella pelle scura, i capelli neri e i vestiti dai colori sempre scuri".
Certo, anche registi siciliani come Pif hanno dato il loro contributo a chi come Freda Kreier e "Nature" (nonché le nostre "Le Scienze") guarda i siciliani vede nero: nel suo film La mafia uccide solo d'estate, Arturo non solo è scuro di pelle ma si innamora per contrappasso di Flora, che è una ragazzina bionda e pallida come devono essere i continentali. Pif come tutti i registi isolani e gli attori, da Franco Franchi e Ciccio Ingrassia a Ficarra e Picone, non fanno film per i siciliani ma sui siciliani e dunque elevano a statuto il cliché, la macchietta e la caricatura. 
Il presidente della Regione siciliana dovrebbe invitare in Sicilia la Kreier e portarla anche nell'entroterra alla scoperta di siciliani moderni e scuri. Nel 1953 Elio Vittorini, siracusano ma milanese d'adozione, andò in Sicilia con un fotografo alla ricerca di comunità lombarde rimaste integre e isolate, immaginando siciliani alti e biondi come vichinghi. Sperava di riscattare la condizione siciliana, ma al posto di lombardi trovò nelle grotte di Scicli i trogloditi di Kiafura: che erano scuri sì, ma per la sporcizia e la povertà. Non certo per la pelle.