mercoledì 16 aprile 2025

Senso comune e buon senso, il conflitto mondiale


Negli anni Settanta il calcio in televisione, inesorabilmente in bianco e nero, si limitava a un tempo di una partita di serie A. in onda alle 19 sul primo canale Rai, e ai rudimentali servizi di trasmissioni tutt’oggi in vita come “La Domenica sportiva”. Non si vedevano i giocatori e gli allenatori in primo piano coprirsi la bocca per non fare capire ai telespettatori cosa dicessero, né i calciatori sputare per terra, soffiarsi il naso tappandosi le narici, fare gestacci e dire parolacce, mentre le telecronache erano ispirate ai documentari dell’Istituto Luce e inimmaginabili nelle fiorite metafore di oggi del tipo “storie tese” per indicare diverbi in campo, “mettersi in proprio”, “dai e vai”, “fare il ministro della difesa”, “entrare nel traffico”, “giocare con l’orologio in mano”, “riunirsi in condominio”, “fare il coccodrillo”, “rischiare qualcosa” e l’ossessiva stucchevole espressione “attaccare la profondità”.

sabato 1 marzo 2025

I dolori dell'autore esordiente

Scritto un romanzo, il desiderio è di pubblicarlo, ciò che significa aspettare a volte anche molti anni – se non si è già affermati – e soprattutto sottoporsi al giudizio altrui, momento nel quale l’autore si alza dalla sua scrivania di solitario artefice e siede al tavolo con altre persone che si dicono più esperte di lui e quindi nel diritto di esercitare un’azione di impossessamento del suo testo fino a dichiarare di conoscerlo meglio.

sabato 8 febbraio 2025

Jon Fosse, provare l'esistenza di Dio attraverso l'arte

 


Più che all’indicibile, come nel 2023 recitava la motivazione del Nobel, la prosa narrativa di Jon Fosse dà voce all’ineffabile, quanto al principale elemento che la pervade, il trascendentale e meglio ancora l’immanente. “La letteratura potente dice, o mostra, l’ineffabile” dichiarava lo stesso Fosse nel libro-intervista del 2014, uscito in Italia nel 2024 da Baldini+Castoldi, Il mistero della fede.

domenica 2 febbraio 2025

Bufalino: negli scrittori siciliani prevale l'ilarotragedia

 

Alla fine di ottobre 1995, in occasione del cinquantesimo anniversario del quotidiano “La Sicilia” (dove lavoravo come responsabile della redazione di Ragusa), Gesualdo Bufalino mi concesse, otto mesi prima di morire, un’intervista per un volume celebrativo del giornale, a patto che gli facessi leggere la trascrizione prima di pubblicarla, perché destinata a rimanere nel tempo, uscendo in un libro. Il dattiloscritto che conservo con le sue correzioni a mano rivela uno scrittore contrario a indossare il laticlavio di grande autore della letteratura siciliana, ma anche il professore intento a correggere un compito.

sabato 1 febbraio 2025

Sorj Chalandon, inviato nella nostra storia


Quanto Ken Loach fa nel cinema, Sorj Chalandon lo realizza nella narrativa. Il vento che accarezza l’erba del primo lancia le cime a Chiederò perdono ai sogni del secondo, riguardando la guerra civile irlandese, mentre The old oak richiama da vicino da un lato Il giorno prima, perché compresi nel mondo delle miniere, e da un altro, interessando istituti minorili di recupero, La furia, ultimo titolo dell’autore francese di origini tunisine.

mercoledì 22 gennaio 2025

E l'insignificante Groenlandia divenne un boccone ghiotto

 


Che tempo che fa (e dove se no), domenica 19 gennaio. Fabio Fazio, che ama volare impavido sempre alto, introduce il tema dell’insediamento di Trump alla Casa Bianca, ospiti Massimo Giannini, editorialista di “Repubblica”, Fiorenza Sarzanini, vicedirettrice del “Corriere della sera” e da Washington Antonio Di Bella, corrispondente permanente Rai. Il meglio del giornalismo nazionale o quasi.

martedì 21 gennaio 2025

Il Papa e le due "autobiografie" scritte da altri

 


Dal 1990, dopo un’imprecisata scena che lo turbò, Papa Francesco non vede più la televisione (sebbene poi nel 2022 seguì per certo la Via Crucis sullo schermo perché impedito a presenziare), epperò in televisione ama andarci, come quando da cardinale registrava trasmissioni sulla Bibbia per la Televisione argentina. Ed è perciò stato per la terza volta ospite di Fabio Fazio, forse perché il solo che sia molto riverenziale e ligio nel concordare le domande, come ha fatto sapere Dagospia - ciò che né un giornalista né un conduttore dovrebbero mai fare.