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mercoledì 22 giugno 2022

Com'è triste Venezia nelle mani di Strukul

 


Il romanzo storico di variazione è un genere che più è frequentato quanto meno si sappia di un personaggio o di un evento. Il padovano Matteo Strukul è un abile cacciatore di lacune e non esita a colmarle dei più svariati materiali, come dimostrano i precedenti romanzi dello stesso conio.

sabato 18 giugno 2022

La coscienza di Montalbano tradita da Sellerio

 

Articolo uscito il 17 giugno 2022 su Libero

Benché non più come fino a tre anni fa, quando conquistava subito la vetta delle classifiche, ancora oggi Camilleri è nondimeno un autore amato e letto. Anzi riletto, dal momento che il suo “ultimo” libro, La coscienza di Montalbano (Sellerio, pp. 255, euro 14), non è che un ripescaggio di racconti usciti anche più di una volta.

domenica 15 maggio 2022

Gli italiani ricalcati di Don Winslow


Articolo uscito su Libero il 14 maggio 2022

Gli italiani non gesticolano più. Almeno secondo Don Winslow, che nel primo romanzo di una nuova trilogia (Città in fiamme, HarperCollins, pp. 544, euro 20,90) fa cadere uno dei cliché più resistenti in America. Li tiene con le mani a posto, ma continua a chiamarli mafiosi.

domenica 8 maggio 2022

Saviano e il fallimento della sua docufiction

 


Articolo uscito su Libero il 7 maggio 2022

Rilanciando in letteratura la docufiction, Saviano dimostrò nel 2006 con Gomorra che la realtà è narrabile e che il “misto di storia e invenzione” teorizzato da Manzoni può valere anche per il contemporaneo, ma a condizione che sia sconosciuto. Un romanzo sulla camorra era quindi concepibile, come ancora di più lo sarebbe oggi sulla ‘ndrangheta, perché si tratta di mondi rimasti oscuri e poco esplorati, per cui sapendosene poco l’esercizio di immaginazione - l’invenzione letteraria - giova a ricrearli con successo.

giovedì 5 maggio 2022

Ken Follett e l'escalation avvenuta un anno prima


La guerra in Ucraina ha un precedente nel romanzo dell’anno scorso di Ken Follett, Never, tradotto inopinatamente in italiano con un titolo, “Per niente al mondo” (Mondadori), che appare un calembour sottendendo una distruzione totale e anticipando insomma il finale, mentre “Giammai”, nell’accezione originale, esprime uno scongiuro perché una guerra nucleare non abbia a scoppiare mai, soprattutto nei modi in cui li prefigura l’autore britannico ricordando in premessa le futili scaturigini della Prima guerra mondiale.

lunedì 2 maggio 2022

Carofiglio trasloca a Milano. Con una donna più vizi che virtù



Articolo uscito su Libero il 30 aprile 2022

Accantonati il replicante avvocato Guerrieri e il fugace maresciallo Fenoglio, volendosi sprovincializzare una volta traslocato da Bari a Milano, dove ha ambientato i due episodi del nuovo ciclo di Penelope Spada, Gianrico Carofiglio ha pensato di liberarsi del laticlavio di autore raffinato che lo stava affossando e, adottando una donna metropolitana come eroina, si è votato a una scelta più mass-cult sposando le teorie del romanzo di ultima cotta, che richiedono un pubblico tanto più basso quanto più vasto, da conquistare con la tecnica delle serie Tv: piacioneria più faciloneria, una trama di schemi fissi alla Camilleri e un modello di aneddotica intinta nella massima e nel mottetto come anche nella barzelletta da elevare a principi morali. Indimenticabile quella comparsa in La disciplina di Penelope dell’ubriaco che cerca le chiavi dove non c’è buio. Arcinota fino all’improponibilità e propinata come apologo morale.

giovedì 31 marzo 2022

De Michelis, la metà oscura di Milano

 Articolo già apparso su Letteratitudine

Volendone celebrare la forza innovativa che è stata di titoli quali Io uccido di Faletti e Il nome della rosa di Eco, una certa critica ha finito per fare de La stazione di Jacopo De Michelis (Giunti, pp. 876, euro 19) un romanzo che, comprensivo di tutti i generi, non ne mutua alcuno.

venerdì 4 febbraio 2022

L'ultimo testacoda di Donato Carrisi

 


Il più acclamato scrittore del momento, quello definito dalla sua casa editrice “il maestro italiano del thriller”, non conosce la differenza tra magistrato e giudice, termini che usa indifferentemente. Pur vantando nella sua biografia (a suo dire) studi di Giurisprudenza e una specializzazione in criminologia, Donato Carrisi ritiene che le funzioni del magistrato siano le stesse del giudice, sicché nel suo ultimo successo, La casa senza ricordi  (Longanesi), può scrivere del suo eroe Pietro Gerber che “la vecchia amica magistrato in passato lo chiamava spesso per svolgere perizie per conto del tribunale dei minori”, nomina che in verità spetta a un giudice, quale subito dopo l’autore chiama Anita Baldi, che come giudice può poi convocare comunque una conferenza stampa… insieme alla procura, cosa che nessun giudice al mondo potrebbe mai fare perché violerebbe il principio di terzietà. Insomma un pastrocchio.

giovedì 30 dicembre 2021

Il divino Raffaello che non piace a Sgarbi

 


Articolo già apparso su Letteratitudine

Così come la rivoluzione scientifica si compie nel Seicento, quando Galilei invita ad alzare la testa al cielo distogliendola dai libri di Aristotele, anche nell’arte – ma un secolo prima – si ha un analogo rivolgimento culturale dopo che Giuliano da Sangallo, incaricato da papa Giulio II, induce a guardare non in alto, ma in basso, anzi sottoterra, e nel gruppo scultoreo dissepolto nel 1506 a Roma identifica Laocoonte grazie alla descrizione che ne fa Plinio il Vecchio in Naturalis historia.

venerdì 5 novembre 2021

Silvano Nigro, declaratorie e funambolismi



Avremmo avuto una delusione, solo un’esibizione di muscoli, se questo libro di Salvatore Silvano Nigro fosse stato un’opera nuova e non un almanacco. Ne avremmo ammirato l’altezza ma non la profondità.

martedì 14 settembre 2021

A Caminito un Campiello piccolo piccolo

 


Articolo uscito su Pangea il 13 settembre 2021


Se premi come il Campiello vanno a romanzi del tipo L’acqua del lago non è mai dolce di Giulia Caminito si incoraggia un gusto per il tema “miseria e società”, con variazioni su “giovani e sfigati”, al quale Elena Ferrante ha prestato l’ultimo aggiornamento colmando la misura.

giovedì 17 giugno 2021

Il Pinocchio americano di Rushdie è Quichotte


Articolo uscito il 22 maggio 2020 su Doppiozero

A Central Park c’è davvero una vecchia quercia rossastra dietro il monumento di Hans Christian Andersen. È il punto dove Quichotte incontra prima suo cugino, il Dr Smile, e poi Miss Salma R., che convince a lasciare con lui New York per raggiungere in auto la valle di Sonoma in California dove è pronto lo startgate che li porterà in un universo parallelo delle “Terre limitrofe”.

lunedì 14 giugno 2021

E l'epopea dei Florio divenne un fumettone

Articolo uscito su Libero il 4 giugno 2021

Se con la storia dei Florio Stefania Auci ha dato a Palermo la saga siciliana ottocentesca che Federico De Roberto diede a Catania con la trilogia dei Vicerè, non si può dire che la prima, presa dal vero, valga la seconda dove, pur di invenzione, la città etnea – con la sua classe nobiliare, le tensioni sociali, i rivolgimenti politici nel quadro nazionale – è ben più presente di quanto il capoluogo non sia soprattutto nel secondo dei due volumi, L’inverno dei leoni (pp. 680, euro 20, Nord).

giovedì 10 giugno 2021

L'America di Calasso vista al cinema


Articolo uscito su Libero il 26 maggio 2021

Per Roberto Calasso, intellettuale che legge il mondo nella prospettiva del sacro (e che, quasi ottantenne, si va profilando in uno stato più di pensatore che di interprete), non solo la letteratura ma anche il cinema tiene contatti con i simulacri dove allucinazione e iperrealtà si ritrovano per costituire “tutte le potenzialità delle immagini”.

lunedì 31 maggio 2021

McDaniel, profonda America in materiale gotico


Prendi una buona quantità di trascendentalismo, aggiungi una dose di puritanesimo, cospargi sopra della genuina wilderness che negli Usa sta bene su tutto e spruzza un po’ di realismo magico di marca latinoamericana: ecco Tiffany McDaniel, astro emergente dell’Ohio (quindi America profonda: della provincia ad avanzamento ridotto) che in Italia osserviamo meglio con la lente del “gotico rurale”, dal titolo di un libro di Eraldo Baldini che ha fatto da apripista a un genere al quale contenuto e specificazione hanno anche dato Niccolò Ammaniti e la “scuola di Bologna”, da Carlo Lucarelli in avanti.

giovedì 13 maggio 2021

John Fante è ancora sulla strada tra Italia e America


L’avere sempre scritto di sé, anche servendosi di narratori impliciti, non ha giovato a John Fante fino a quando, poco prima della morte, Charles Bukoswki lo ha proposto al pubblico americano come un autore non già wop (“senza passaporto”, cioè immigrato e cattolico) ma wasp, ovvero bianco, anglosassone e protestante, in qualche modo confrère di Salinger e un po’ “maledetto”.

sabato 17 aprile 2021

Lo specchio di Capote è nel suo epistolario


È molto probabile che, nell’epistolario completo di Truman Capote (finalmente tradotto in Italia da Garzanti col titolo È durata poco la bellezza, pp. 602, euro 28), prezioso per conoscere meglio un autore del Novecento americano amato in Italia anche come personaggio dandy e bohémien, molti lettori siano andati innanzitutto a cercare le lettere che segnassero il declino della fortuna dello scrittore neworleanser cominciato dopo la pubblicazione su “Esquire” di quattro capitoli degli otto previsti per l’incompiuto Preghiere esaudite, caustica requisitoria intentata al jet set newyorchese che gli voltò per questo le spalle destinandolo a una fine solitaria fatta di alcol e droghe.

mercoledì 10 marzo 2021

Sciascia e l'amore ondivago per il cinema


La particolarità degli scrittori siciliani interessati al cinema, rispetto ad autori continentali come Pasolini o Soldati, è di aver aspirato a un ruolo di soggettisti o sceneggiatori e non già di registi o attori (tolto il caso isolato e occasionale di Vittorini interprete), così da rimanere dentro la sfera letteraria e conservare la propria natura.

sabato 26 settembre 2020

Il colibrì di Veronesi è un millepiedi


Il romanzo che ha vinto lo Strega – opera di un autore, Sandro Veronesi, già insignito del massimo premio italiano per Caos calmo, libro non dissimile da Il colibrì, peraltro con la stessa epigrafe di Beckett, quasi un’intimazione: “Non posso continuare. Continuerò” – comincia con un’affermazione che vìola uno dei princìpi fondamentali di narratologia: scrivendo dopo otto righe che “la migliore descrizione che si può dare di qualunque posto è raccontare cosa vi succede”, Veronesi teorizza l’unificazione di ciò che deve invece rimanere rigorosamente separato, appunto la descrizione e la narrazione, tecniche che rispondono a esigenze ben diverse, ecfrasiche la prima e diegetiche la seconda.

giovedì 27 febbraio 2020

Sciascia, la questione del canone


Preconizzando nel 1991 che, «prima o poi, agli esperti di cose sciasciane sembrerà di poter procedere a un censimento di tutti i testi dello scrittore siciliano e tenteranno di ordinarli e stamparli», Claude Ambroise, curatore delle Opere Bompiani, si rifaceva al naturale destino riservato dalla «fortuna critica postuma» a quegli «scrittori che riteniamo importanti».