Articolo uscito il 24 novembre 2017 su la Repubblica-Palermo
Nel tempo in cui gli scherzi erano una cosa seria, il barone Corrado Arezzo di Donnafugata, che nel suo palazzo estivo volle un parco punteggiato di trappole e trastulli, giochi d’acqua e labirinti d’erba, fece costruire nell’altra dimora nobiliare di Ragusa Ibla un teatro all’italiana, con tanto di doppio ordine di palchetti e buca d’orchestra, concepito anch’esso come una trovata che fosse una sorpresa e che, contando 98 posti appena, è oggi come allora noto per essere il più piccolo d’Italia e forse d’Europa, se la gara di misurazione in corso gli darà ragione.