Eluana Englaro, come Paolo Onofri e come Piergiorgio Welby, rilancia proprio in Italia, a ridosso cioè del Vaticano, un caso di coscienza universale che reitera interrogativi immanenti la condizione umana: una vita, anche la peggiore per la sua qualità, merita sempre e comunque di essere tutelata, a prescindere da ogni implicazione, compresa la questione se possa ritenersi vita quella artificiale cui è costretta una persona in coma vegetativo?
venerdì 6 febbraio 2009
martedì 3 febbraio 2009
Lo spirito dell'abbaglio
Il Corriere della Sera ha pubblicato sedici pagine consecutive di pubblicità dedicate a un’autovettura Audi. E’ la seconda volta nel giro di poche settimane. Trova conferma la teoria secondo cui una pubblicità è tanto più efficace quanto più vistosa riesca a rendersi. Il mondo della cartellonistica e dell’insegnistica risponde proprio a questa logica dell’evidenza. Che se non segue un principio di progressiva espansione è solo perché lo spazio pubblicitario è direttamente proporzionale al costo: più quella aumenta, più questo cresce.
giovedì 29 gennaio 2009
Lettera a Beppino Englaro
Caro Beppino,
forse bisogna essere nei tuoi panni per capire quanto ci sta succedendo: a te, a me e a ogni coscienza, tutti rosi dal dubbio e privi di ogni certezza. Ma per capire ancora meglio occorre essere nei panni di Eluana, perché è lei sull’ara e non tu.
venerdì 16 gennaio 2009
La solitudine dei primi della classe
Il libro del 2008, con un milione di copie vendute, è stato La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano, vincitore anche dello Strega e del Campiello giovani. C’è da chiedersi se, con un altro titolo, un’altra copertina e un altro editore, questo romanzo avrebbe avuto la stessa sfacciata fortuna.
mercoledì 14 gennaio 2009
L'unica polemica ingaggiata da Bufalino
Chissà se Mastella si è dato alla critica letteraria dopo aver lasciato la politica. Lo auspicò nel 1995 Gesualdo Bufalino: ma per scherno, essendo stato definito «intellettuale di serie B». In un’intervista disse a fior di labbra: «I suoi giudizi sulla mia attività di scrittore rivelano un tale talento critico da far rimpiangere che abbia scelto la carriera politica anziché letteraria. Alla quale mi auguro si converta ripudiando la prima, con conseguenze che immagino fauste per il futuro della nostra nazione».
lunedì 12 gennaio 2009
Vigàta, uno e due
Una cocente sconfitta per la letteratura, corrispondente a una bruciante vittoria per la televisione, è quella segnata dal sindaco di Porto Empedocle il quale sta pensando di cancellare la scritta «Vigàta» dal cartello toponomastico all’ingresso della cittadina agrigentina.
sabato 27 dicembre 2008
Gli ultimi Sgarbi
Non avendo capito in virtù di quali forze Vittorio Sgarbi sia diventato sindaco di Salemi, mi sono rifatto all’antico retaggio della città, che pur non avendo nulla in comune con la Salem puritana d’Oltreoceano, divenne famosa nella Sicilia spagnola perché sede di un inquisitore, presente in pianta stabile per via della forte vocazione degli abitanti a credere nella magia e nei forestieri.
mercoledì 24 dicembre 2008
La democrazia ha un vizio congenito
Dopo che Atene viene fondata si pone la questione di quale divinità protettrice scegliere. Si fanno avanti, cioè si candidano, Poseidone e Atena. Il primo offre in dono una sorgente, la seconda un olivo. Gli ateniesi, padri rigorosissimi del principio di democrazia, votano ed eleggono Atena. Perché? Perché hanno preferito l’olivo alla sorgente? No. Vince Atena perché le donne sono di gran lunga più numerose degli uomini.
domenica 30 novembre 2008
L'inchiesta di Dolci sotto forma di racconti
uscito su La Stampa il 29 novembre 2008
La ripubblicazione presso Sellerio di Racconti siciliani (crestomazia di testimonianze dal vivo già apparse in precedenti raccolte chiamate «inchieste») rinverdisce, a undici anni dalla morte, la straordinaria vicenda di Danilo Dolci, un istriano che – trapiantato in Sicilia – ha interpretato e rivelato, quasi sessant’anni prima di Roberto Saviano, la sua «Gomorra», l’entroterra palermitano concentrato su Partinico, o meglio sulla borgata di Trappeto, che in Esperienze e riflessioni diventa il microcosmo dell’umanità: «Più mi si chiariscono i problemi di Partinico, meglio mi si chiariscono le vicende del mondo», scrive della sua Casal del Principe postbellica.
giovedì 20 novembre 2008
L'amore giovanile al tempo della crisi
La vena giovanilistica di questi anni, che il cinema dell’easy life ha rilanciato con determinazione, da Che ne sarà di noi a Notte prima degli esami oggi, si precisa in narrativa nell’opera di una terna che sembra agire per segnare un risveglio e chiudere un cerchio.
giovedì 9 ottobre 2008
La Chiesa secondo il vangelo di Sciascia
Per andare a Montedoro a insegnare religione, don Angelo Rizzo non poteva che passare, ora sono quarant’anni, davanti alle cave che erano state il rifugio di fra’ Diego La Matina, l’eretico assassino dell’Inquisitore. Ma più che il monaco delinquente, il futuro vescovo di Ragusa vedeva apparire tra gole e giogaie l’ultimo eretico vivente - quel Leonardo Sciascia di civile e altrettanto tenace concetto impegnato nelle prime incursioni nei territori clericali - che era devoto di Montaigne, scettico al suo pari, e credente, come “il piccolo giudice” del suo futuro Porte aperte, in un giusnaturalismo di fede etica e rensiana.
lunedì 25 agosto 2008
Quant'è largo lo Stretto di Messina
Quando Silvestro di Conversazione in Sicilia arriva a Messina in ferryboat, nella Stazione Marittima non è stato ancora installato il gigantesco mosaico di Michele Cascella che nel ‘39 ostenterà un Mussolini tonitruante al centro di una Sicilia oleografica ricopiata da Quasimodo.
venerdì 22 agosto 2008
La missione impossibile dei poeti della scuola siciliana
Di fronte a una riproposizione di tale mole dei poeti siciliani qual è quella dei tre volumi dei Meridiani Mondadori curati da Roberto Antonelli, Costanzo Di Girolamo e Rosario Coluccia (I poeti della scuola siciliana, 2008), era naturale attendersi il più grande degli eventi: la restituzione dei testi della tradizione manoscritta al loro dettato originario, la ritraduzione cioè del corpus toscanizzato nel dialetto siciliano del Duecento, come nel secolo scorso hanno pur provato a fare, ma con scarsi esiti, Santangelo e altri.
giovedì 31 luglio 2008
Vittorini nel centenario della nascita
Invitato da Valentino Bompiani a un convegno, Elio Vittorini (di cui il 23 luglio è stato celebrato il centenario della nascita) gli scrive con sorprendente candore: «Mi dispiace di non poter aderire, ma nessuno meglio di te può testimoniare che io non so assolutamente parlare in pubblico».
sabato 12 luglio 2008
La Sicilia letteraria tra realtà e infingimento
mercoledì 11 giugno 2008
Landolfi e l'assiuolo della coscienza
C’è una foto nell’album di Tommaso Landolfi, anzi un fotomontaggio, dove l’autore frusinate guarda l’obiettivo con intenzione. E’ una foto d’identità. Landolfi è quasi sessantenne e, in questa ennesima sortita del suo io monologante, sembra voler parlare ancora di sé. «Io (ma quante volte ho scritto questo dannato pronome?)» è già sbottato in Prefigurazioni: Prato dando un compulsivo conato autorecriminatorio.
mercoledì 19 dicembre 2007
La famiglia secondo il modello Soprano
Se la mafia fosse quella che, su un teatro di mimi, interpretano i Soprano, sarebbe facile accettarla come un contropotere severo ma indulgente: una mafia dal volto umano che amministri giustizia secondo un codice giusnaturalistico non è più il cancro della società ma la sua interfaccia.
sabato 8 dicembre 2007
Le montagne di Bocca portano dai partigiani
Ci sono regioni grandi quanto il Molise sconosciute alla geografia e note soltanto alla storia. L’Harpitania per esempio. E l’Occitania. Cambia anche la lingua. E cambiano anche gli uomini. Si tratta di grandi vallate cinte da monti dominati dalle colonne del Bianco e del Monviso, nelle quali la storia ha lasciato tracce profonde e determinato differenze etnologiche.
venerdì 30 novembre 2007
Com'è piccolo l'Impero romano di Manfredi
Il cittadino romano doveva ritenere che l’impero di cui era parte fosse la parte più grande del mondo se non il mondo intero. Un inganno o una presunzione.
giovedì 11 ottobre 2007
La civiltà del borgo rurale in Sicilia
«All’orizzonte del lavoratore dei campi si staglia sempre un paese» diceva dei contadini umbri Henri Desplanques nel ‘69. Ed essendo l’orizzonte più profondo, si potrebbe dirlo ben meglio di quelli siciliani. Ma non di tutti. La civiltà del feudo ha tagliato la Sicilia in due e il latifondo si è fermato di fronte ai giardini terrazzati, ai territori degli enfiteuti, ai piccoli appezzamenti delle province orientali.
mercoledì 12 settembre 2007
Bocca: la fine di Napoli è anche la fine dell'Italia
Giorgio Bocca rinfocola la sua polemica antimeridionalista con un libro, Napoli siamo noi (Mondadori, pp. 132, euro 14), che svolge una inesorabile inchiesta sul capoluogo partenopeo dopo i servizi usciti su "L’Espresso", che hanno spinto alcuni scrittori a contestarlo. Stilos ha intervistato Bocca partendo proprio da questo scontro.
martedì 4 settembre 2007
Quarto Stato? Quella marcia è contro la polizia
Secondo la gran parte degli studiosi di arte, alla base della decisione di togliersi la vita c’è in Pellizza da Volpedo la consapevolezza di non essere riuscito a fare con Il quarto Stato un monumento del proprio privato da trasferire sul piano pubblico – meglio: politico e forse ancor meglio: ideologico –, impossibilità di cui il pittore trentanovenne si rende conto di fronte alla morte della moglie e del primo maschio appena nato: quasi che il quadro fosse stato concepito per affermare una sineddoche (la trasposizione di una parte, la famiglia, nel tutto, la società) quando invece a realizzarsi è un ossimoro nell’antitesi appunto di famiglia e società.
mercoledì 8 agosto 2007
Il Gesù di Ratzinger, teologo prima che pontefice
Contro l’invalente ondata nichilistica (da Onfray a Odifreddi), che riprende un gurgite nicciano mai sopito; contro il fomite relativistico e la deriva buddista e islamica verso cui la coscienza occidentale viene sempre più risospinta; contro anche le tentazioni apostasiche e le tangenze protestanti, come pure contro l’insorgenza di una nuova
ufficiosa esegesi (vedi per ultimi Socci e Augias), la fede cristiana muove con la sua unità di guerra più potente: il papa.
mercoledì 25 luglio 2007
Bruno Caruso: il grottesco del mio mondo
Bruno Caruso è pessimista circa le prospettive della cultura, che ritiene preda delle lusinghe e delle spire della politica. E ha maturato un’idea di pittura che recupera la sua originaria vocazione, di levità e delicatezza. Ha illustrato per il Poligrafico I Malavoglia e giudica questa la sua ultima terra promessa. Eppure era partito da ben diversi lidi.
venerdì 5 gennaio 2007
Al Bano: la musica mi ha salvato dalla mia tragedia
È la mia vita (Mondadori) è il libro autobiografico in cui Al Bano si confida partendo dagli inizi, dai grandi sacrifici, per arrivare ad oggi, alle ultime pene, le tragedie e le speranze. Una vita quella in cui le parti che riguardano Romina e Loredana sono licenziate con espressa reticenza.
martedì 28 novembre 2006
Il manicomio è un supermercato. Parola di Celestini
Il mondo dal quale si osserva un manicomio non è lo stesso che a sua volta è osservato dal manicomio. Se quella che è la vita tende sempre a convertirsi in una forma e l’áperion, il principio infinito, diventa péras, finitezza, e se il Nicola che muore nel manicomio ha l’impressione - proprio il giorno della morte - che ad uscire dall’istituto non sia lui ma il manicomio stesso, è allora il suo mondo a doversi fissare in una cristallizzazione finita, perché solo da morto, dopo essere vissuto perinde ac cadaver, Nicola può lasciare la vita per assumere una forma.
venerdì 24 novembre 2006
Bevilacqua, rievocare la madre per riportarla in vita
Forse è proprio vero: più il tempo passa e più la morte della madre agisce in Alberto Bevilacqua come ragione di vita - di chi della morte non riesca a farsi una ragione. Il rapporto foscoliano (con derive fogazzariane per ciò che di mesmerico riguarda il senso di una parusia: la presenza nella realtà di una immanenza ideale) va assumendo lo spirito di una ossessione mantrica e rasenta le sfere del surreale, del sublime e del patemico.
venerdì 17 novembre 2006
Il Tiepolo di Calasso è un inventore di storie
Perché uno studioso come Calasso, il cui interesse è sempre rivolto a svolgere sensi generali, viene stavolta attratto da una singola figura di artista, peraltro molto illetterato, come Giambattista Tiepolo? Il Tiepolo, si badi, figlio di un Settecento con il quale finì per entrare in rotta di collisione non meno di quanto lo stesso Calasso riguardi quell’età con distacco.
giovedì 16 novembre 2006
L''incremento demografico e i suoi demoni
Il canone invariato di Andrea De Carlo giostra sempre tra due modelli umani di condotta: uno che spinge alla fuga, l’altro che induce all’isolamento entro una costante alternanza di movimento e stasi, azione e contemplazione, folla e romitaggio, città e campagna. Nelle mille variazioni di questo tema unico, che fissa dell’uomo contemporaneo la sua condizione, l’autore che ama moltiplicarsi nei suoi personaggi, parlando di altri per parlare alla fine sempre di sé, non recede mai dal suo imperativo: il rifiuto del mondo presente.
giovedì 19 ottobre 2006
Luigi Meneghello: il mio costrutto autobiografico
Pochi autori come Meneghello hanno saputo integrare il microcosmo di un’umanità colloidata in un paesino entro una cosmogonia che assurge a modello universale: un risultato che può essere venuto all’autore vicentino dalla sua doppia natura di italiano ed europeo, diviso tra Malo e Londra, ma che è viemmeglio frutto della sua vocazione a rendere lo stile letterario strumento di interpretazione della realtà.
sabato 30 settembre 2006
De Carlo tra gli eccessi di Chiesa e Stato
Il canone invariato di Andrea De Carlo giostra sempre tra due modelli umani di condotta: uno che spinge alla fuga, l’altro che induce all’isolamento entro una costante alternanza di movimento e stasi, azione e contemplazione, folla e romitaggio, città e campagna.
mercoledì 27 settembre 2006
Vincenzo Consolo: le mie passioni e i tormenti
I libri di Consolo sono sempre nati da uno spunto di realtà e da un punto di vista. Poi prendono una via che può arrivare fino ad Ariosto. Nella sua officina letteraria convivono personaggi reali e diversissimi. E’ il caso di Pirajno di Mandralisca, concentrato sui realia, e di Fabrizio Clerici, attento ai surrealia. Come convivono nella officina di Consolo queste due figure che peraltro sono storiche? Fanno a pugni?
sabato 16 settembre 2006
In morte di Oriana Fallaci, la libertà come dovere
Sulla tomba del matematico Ludwing Boltzmann campeggia un epitaffio in forma di complessa equazione matematica: teorizza la cosiddetta «costante di proporzionalità», secondo la quale i dettagli microscopici del sistema sono in relazione con il suo stato macroscopico.
mercoledì 23 agosto 2006
"Crypto" di Brown, techno thriller di una chanson de geste
Da dove Dan Brown poteva mai cominciare il suo viaggio di scoperta del mondo (che lo ha portato a due romanzi scientifici, Crypto e La verità del ghiaccio, e a due umanistico-esoterici, Angeli e demoni e Il codice da Vinci) se non dall’elemento base, cioè l’anello, che ha ispirato la cultura norrena come quella mediterranea, facendo incrociare il mito classico con la materia bretone?
venerdì 4 agosto 2006
Bonaviri, una favola in forma di parabola
Se tre anni fa Il vicolo blu aveva fatto pensare a un recupero della vena familiare - una delle tre tensioni in cui si declina la vocazione di Bonaviri, insieme con quella astrale e quella naturale - adesso L’incredibile storia di un cranio (Sellerio) rimanda prepotentemente alle sfere più agite della cosmogonia bonaviriana, a integrare una concezione di fantascienza mai frequentata da alcuno con gli stessi esiti: dove il fantasy performa la scienza in un geyser alimentato alla presa di carico dell’onirismo, della visionarietà e del visibilio.
venerdì 23 giugno 2006
Giuseppe Bonaviri: la Sicilia? Asprura e dolciura
Bonaviri, le capita di sognare la Sicilia?
Certi vaghi ricordi nei sogni mi spuntano spesso. Ma - è strano – mi appaiono perlopiù strade piene di paglia, di terriccio, e zone di paese in cui vivono solo degli idioti, cattivi e malvagi: capisco nel sogno che sono in quelle strade e sono assalito dall’angoscia, dunque fuggo via. Non ho sogni di una Sicilia solare, di gioia e di aria aperta, né sogno una Sicilia nel senso di una linearietà onirica legata al passare degli anni, questo no: sono le piccole cose che restano, come fondi di caffè. Presumo che durante la mia infanzia mi si siano connaturati elementi di paura. Guardi la mia foto a due mesi: ho i pugni chiusi sui fianchi in una posizione di difesa.
mercoledì 21 giugno 2006
Così creiamo i nostri nemici
Per qualche ragione, mentre i morti palestinesi vengono in questi giorni calcolati all’ammasso, nell’ordine cioè delle centinaia e in uno spirito di tutto anonimato, la morte di un soldato israeliano guadagna nelle agenzie di stampa un lancio particolare, con tanto di nome accompagnato anche dal computo dei caduti.
giovedì 15 giugno 2006
Il dominio della tecnica secondo Severino
Nascere è l’ultimo libro di Severino, un titolo che sembra rinfocolare la polemica che lo vide protagonista al tempo della legge sulla fecondazione. Una provocazione? Spiega Emanuele Severino: «La riflessione sul senso del nascere è emersa come conseguenza di un discorso teoreticamente più impegnativo che avevo fatto nel mio libro uscito da Adelphi, Fondamento della contraddizione. Da lì vengono una serie di effetti - fra cui la contraddittorietà del concetto di potenza - che hanno attinenza appunto con il nascere».
martedì 24 gennaio 2006
Saramago: io contro la morte della morte
La madre di tutte le guerre è quella che i Giganti ingaggiano con gli dèi dell’Olimpo per strappare loro il dono dell’immortalità. Una guerra che nessuna civiltà cristiana ha mai ipotizzato perché il castigo che Dio commina ad Adamo ed Eva, rendendoli mortali, ne è il baluardo: senza la morte Dio non potrebbe infatti farsi uomo né quindi morire né soprattutto potrebbe resuscitare.
venerdì 20 gennaio 2006
Come Baricco rimette ordine nel mondo
Alla fine protagonista di Questa storia (Fandango) risulta non Ultimo ma il personaggio che parte per ultimo, Elizaveta, mentre il ragazzo con «l’ombra d’oro» (così chiamato per una congenita espressione sul volto che lo rende manifesto a tutti, al pari di un dio fanico) regredisce nel fondo di un tempo che non gli appartiene più: il tempo nel quale anche il suo circuito automobilistico, il sogno per il quale è nato (perché «la gente è viva solo quando riesce a fare quello per cui è nata»: sicché aspetta o ricorda), è diventato un rudere irriconoscibile.
venerdì 23 dicembre 2005
I draghi di Buttafuoco e le uova marce
Galilei dice dell’Iliade e dell’Orlando Furioso che la cosa meno importante è che quello che vi è scritto sia vero. Se si accetta questa formula anche per Le uova del drago di Pietrangelo Buttafuoco, si può allora rinunciare al gioco di verificare i fatti e si può dunque accreditare l’indicazione di «romanzo» che campeggia in copertina.
venerdì 16 dicembre 2005
Intrighi accademici e fascisti per un papiro
Una ragione c’è se di Goffredo Coppola, rettore a Bologna fino al 1945, filologo e grecista tra i più autorevoli del Novecento, non si sa pressoché nulla: la colpa è della damnatio memoriae che ha esercitato tutto il suo peso per fare tavola della cultura fascista.
mercoledì 14 dicembre 2005
Dan Brown, se un meteorite è un'americanata
Le due note poste in introibo al romanzo danno la misura delle intenzioni di Brown. La prima avverte che personaggi e luoghi sono «invenzioni dell’autore» necessarie a «conferire veridicità alla narrazione» e la seconda ricorda che «la Delta Force, il National Reconaissance Office e la Space Frontier Foundation esistono nella realtà così come tutte le tecnologie descritte».
sabato 10 dicembre 2005
Un'americanata made in Italy
Ci ricorderemo di Joel Backman. Che Grisham in Il broker (Mondadori) non ci dice mai se considerare tra i buoni o i cattivi, lasciandoci probabilmente pensare a un carattere americano che vada sempre più invalendo nel vorticoso processo di tralignamento della società d’oltreoceano: un uomo che non conosce il limite tra bene e male e che della vita ha maturato una concezione ispirata a valori svuotati di sentimento e tesi all’affermazione dell’unico bene che è il denaro, fonte del potere.
mercoledì 30 novembre 2005
Come riequilibrare il mondo secondo Baricco
In Questa storia alla fine protagonista risulta non Ultimo ma il personaggio che parte per ultimo, Elizaveta, mentre il ragazzo con «l’ombra d’oro» (così chiamato per una congenita espressione sul volto che lo rende manifesto a tutti, al pari di un dio fanico) regredisce nel fondo di un tempo che non gli appartiene più: il tempo nel quale anche il suo circuito automobilistico, il sogno per il quale è nato (perché «la gente è viva solo quando riesce a fare quello per cui è nata»: sicché aspetta o ricorda), è diventato un rudere irriconoscibile.
venerdì 25 novembre 2005
Luzi: la poesia deve includere il presente
La vocazione innata di Mario Luzi è di elevare a sensi generali la sua esperienza autobiografica. Anche quando non inscena la sua vicenda personale (ma si tratta di escogitazioni, come quando inneggia a una donna ideale e irreale, perché nulla di sé mai dice che non sia sotto il patronato del sentimento comune) egli offre al mondo la propria visione delle cose in un atteggiamento cristiano di testimonianza di fede, ma soprattutto di fiducia e di ottimismo.
mercoledì 26 ottobre 2005
La Sicilia tra croce e mezzaluna
"Un sultano a Palermo" (espressione che ricorre anche come titolo originale del romanzo di Tariq Ali edito da Baldini Castoldi) mutua una attribuzione corrente già nello stesso mondo arabo-siciliano, che - secondo quanto ci dice Denis Mack Smith - assegnava l’epiclesi a un «personaggio» della famiglia dei Kalbiti, la casa sotto il cui dominio si dispone la scena politica nel decimo secolo: personaggio in riferimento al quale - quando il capoluogo siciliano è chiamato «al Madinah» e dopo che la cultura musulmana ha sopraffatto ormai quella greco-bizantina - si parla appunto di «sultano di Palermo».
mercoledì 19 ottobre 2005
L'amore è una cosa scientifica
Forse Emma Bovary aveva troppa dopamina addosso e a Otello avrebbe giovato un bravo endocrinologo. Non anime nella tempesta né loro né molti altri personaggi letterari, da Romeo ad Anna Karenina, ma soggetti da curare: non ci si innamora perché il cuore va in frantumi ma per un cattivo dosaggio di ormoni.
mercoledì 12 ottobre 2005
Simona Vinci e la fiaba nera del bosco surreale
Simona Vinci è tra gli autori pulp che per primi hanno lasciato la tribù dei «cannibali» dopo aver contribuito non poco a edificarla con una carica di hard-splatter che provocò sconcerto anche nelle generazioni più aperte all’impatto crudo e nudo della voga della mimesi totale e del rispecchiamento della contemporaneità.
mercoledì 13 luglio 2005
Dan Brown, il gico del vero e del falso
Hanno ragione Frédéric Lenoir e Marie-France Etchegoin, autori di Inchiesta sul Codice da Vinci (Mondadori) a osservare che il problema della fedeltà storica dei romanzi di Brown non riguarda lo scrittore americano ma il lettore: se li legge come documenti «deve costringersi a dare prova di spirito critico e di discernimento per riuscire a distinguere il vero dal falso».
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